Ha un titolo di marca chimica ed è uno dei Libri eventi di questo nascente 2019. Si chiama “Serotonina” e fa riferimento a un neurotrasmettitore che, in una società particolarmente competitiva come quella del terzo millennio, pare essere sempre più in disequilibrio nel sistema nervoso degli individui. Insomma, forse ancora più del nome stesso è chiarificatore della sua importanza la sua definizione: ormone del buonumore. Per i più curiosi è utile sapere che la sua somministrazione tiene a bada anche gli psicoalimenti – caffè, cioccolato, carboidrati, etc.
– ma, va da se, l’indicazione centrale porta nei pressi di problemi di tipo umorale che vanno dalla semplice ansia alla cupezza esistenziale. E di cupezza esistenziale, il protagonista del romanzo di Michel Houllebecq ne ha in abbondanza.
Il personaggio principale
Lui si chiama Florent-Claude Lambrouste. Non ha un buon rapporto con l’altra metà del cielo, anzi e spesso, verso di essa ha un comportamento poco chiaro, ambiguo. A volte, la sua condotta è chiaramente sessista. Ma se le donne non sono trattate con i guanti di velluto, il protagonista non tesse considerazione migliore neanche di chi dovrebbe accudire con più pazienza: se stesso. È per questo che, tutte le mattine e appena mette i piedi fuori dal letto, corre a dotarsi di ‘pastiglia della felicità’ – il Captorix, l’antidepressivo in compressa contenente la Serotonina – per lenire il malcelato giudizio negativo che nutre per se stesso: della sua persona non apprezza nulla, nemmeno il nome di battesimo; così come non riesce a trovare una piccola ragione per stimare la sua compagna, la giapponese Yuzo.
Florent-Claude è preda di una vita disperata e senza luce.
La storia del romanzo
“Serotonina” (La nave di Teseo, pag. 332) esce in Italia il 10 gennaio 2019. È un testo già uscito in Francia all’inizio di questo nuovo anno. Parlando di Francia e letteratura francese, della quale Michel è esponente di spessore, non si può non riconoscere fra le pagine di quest’opera accenni al sommovimento socio politico attuale che anima la terra della Rivoluzione del 1789.
Quindi, grande condanna per l’ultraliberalismo senza freni; protesta verso il dominio di un denaro che ha portato alla disumanizzazione; ma anche la visione che segnala una crisi dell’identità francese. È in un coacervo sociale siffatto che il protagonista si sente costretto ad armarsi per realizzare un progetto folle che, per fortuna, riesce a mancare.