Lunedì 4 febbraio si è conclusa Arte Fiera 2019, una kermesse dedicata all’arte moderna e contemporanea. Una rassegna internazionale composta da un reparto principale ed uno specifico riservato alla fotografia ed alle immagini in movimento, con 141 gallerie e cinque progetti di curatori importanti. Quindi, fare un bilancio totale su Arte Fiera è un lavoro piuttosto complicato, ma nonostante i pochi mesi a disposizione il curatore Simone Menegoi è sicuramente riuscito a dare un’impronta di rinnovamento alla più antica rassegna d’arte d’Italia.

Le gallerie più interessanti

Si parte dalle gallerie riservate all’arte moderna. Proposta curiosa quella di Massimo Kauffamann, tra le gallerie internazionali, assieme a Dario Goldaniga, che con i suoi capolavori in bronzo fuso hanno davvero stupito i visitatori. Del resto le monografie non sono mancate, tra cui quella Rolando Anselmi che ha proposto Gianni Pellegrini, poi quella di Piero Dorazio con Deniarte o di Giosetta Fioroni con Spirale, ma su tutto si è imposta l'inclinazione alla conservazione. Un esempio in tal senso sono state le gallerie Russo, Mazzoleni, Tega, Contini e Tornabuoni. Del resto, osservare l’ingegno di artisti di grande spessore come Burri, Christo, De Chirico e Modigliani ha già un valore in sé.

Una grande eccellenza tra tutti è stata la monografia di Massimo Vitali alla Mazzoleni, seguita da Operativa con Paolo Cotani. Altre meraviglie sono state Phil Sims, un'eccezione da trovare in una fiera, ma anche Osart e le straordinarie statue in materiale cartaceo di Li Hongbo.

Per quanto riguarda l’arte contemporanea, è tornata dopo una decina d’anni di assenza in fiera la Monitor con Elisabetta Montessori.

Dall’Austria è giunta Ermes-Ermes, per la prima volta nella città delle Due Torri con Nicola Pecoraro. Hanno preso parte alla fiera anche le fondatrici del progetto di “Qui ci troviamo”, Tiziana Caro, Federica Schiavo e Norma Mangione. Sold out e grande successo per Monica De Canadenas, grazie all’influente fotografo tedesco Thomas Struth, ma anche per Zanin e Antonini.

Tra le monografie più curiose c’erano i fotogrammi di Luca Luppi alla Cardelli & Fontana, di Linda Fregni Nagler alla Vistamare Podbielski, di Paolo Gioli a L’Elefante e i particolarissimi specchi di Antonello Ghezzi allo spazio Testoni. L’artista che è emersa maggiormente è stata Loredana Nemes che con i suoi autocarri brumosi ha evocato prepotentemente la ragione per cui si discute di arte contemporanea.

Le novità

In linea con il trend preponderante delle fiere nazionali ed internazionali, anche Arte in Fiera 2019 ha avuto le sue conferenze, a cura di Flash Art, tra cui "Memoria fotografica zenitale della performance Gesti sul piano di Giuseppe Chiari ad Arte Fiera 1977" con Marcello Jori e Gianni Melotti.

Il capolavoro agibile di Hic et Nunc di Flavio Favelli ha accolto i visitatori all’entrata della fiera, una scultura divisa tra funzionalità e bellezza, tra dimensione domestica e pubblica, tra l’attuale e l’antico. D’altronde Silvia Fanti ha curato Oplà Performing Activities, tra cui la più interessante di tutte è "Bologna Drive" di Pietroiusti. L’arte contemporanea si è distinta come punto d’incontro e di scambio di pensieri di tanti studiosi e di idee creative di artisti, in questi luoghi riservati più che negli stand, cosa che ha lasciato spazio alle domande brillanti sull’argomento delle fiere e dell’arte. Ma qual è stata la principale novità della fiera di quest’anno? Sicuramente, “Solo figura e sfondo”, una mostra riservata alle raccolte istituzionali d’arte moderna e contemporanea, con artisti come Gianni Celati, Piero Vittorio Tondelli, Luigi Ontani e Luigi Ghirri.

Per tracciare un bilancio, i principali impegni verso la sperimentazione sono giunti dal reparto fotografico con immagini mobili, curato da Fantom che era presente con diciotto gallerie in totale e con un’assenza totale del video. Però si è visto un cambiamento rispetto alle edizioni passate, anche se a livello di comprensione e di godibilità della kermesse fieristica, le reazioni sono discrepanti. Questo è il segnale che la fiera è ancora alla ricerca di una propria individualità, ma tutto sommato il bilancio finale è piuttosto positivo.