Tra gli ospiti alla rassegna internazionale de Arte Fiera 2019, tenutasi a Bologna il 3 febbraio la redazione di Blastingnews ha incontrato Nino Tricarico, artista, pittore e scultore di notevole importanza. Lo confermano le numerose mostre degli ultimi anni: a Matera, dal titolo “Infinito bianco” presso il Museo d’Arte Contemporanea di Palazzo Lanfranchi nel 2009; a Napoli “Sulla soglia dell’astrazione.Opere scelte”, organizzata dal Comune di sala Carlo V del Maschio Angioino nel 2014; “Limen et lumen” nella Galleria Civica di Palazzo Loffredo a Potenza nel 2014; “Orme di abissi e di rondini”, nella Galleria Opere e Opera di Matera, sempre nel 2014; “Nei margini del Lirismo Astratto”, al museo FRAC di Baronissi, in provincia di Salerno, nel 2015.
Inoltre, è stato ospitato alla 54esima Biennale di Venezia. Ad esprimere in prima persona il suo pensiero sull’arte, è stato lo stesso Nino Tricarico che si è reso disponibile per una breve intervista per Blastingnews.
L'intervista
Buongiorno maestro, ci potrebbe spiegare quale significato ha l’arte per lei?
La prima riflessione che mi viene da fare è che noi artisti abbiamo un obbligo: quello di fare il nostro lavoro seriamente con una tensione morale che ci appartiene ma ci deve essere anche la certezza e la capacità di capire che il nostro è anche un gioco perché il gioco o il lavoro crea gioia. Quindi, l’arte deve dare una grande quantità di gioia e di felicità, ma l’arte è anche una soluzione esistenziale d’infinitezza.
Mi spiego meglio. Nei musei si trovano delle opere che sono valide oggi e che apparteranno anche al futuro. Quindi, l’arte se è fatta con grande serietà ha dentro un pensiero che è un pensiero assoluto. Ma questo pensiero assoluto diventa anche assolutorio, una specie di unguento e di balsamo per la vita. Oggi, se noi vogliamo riprendere la qualità e l’esperienza di questa gioia di fare dei dipinti possiamo dare indicazioni alle persone e di non prendere il fucile quando uno viene lasciato, ma di inserirsi all’interno dell’opera d’arte e ritrovare il gusto della vita.
E che si vuole più dalla vita…
Quindi lei pensa che l’arte possa essere una spinta per una persona anche in una situazione negativa?
Sì, bisogna trovare lo spiraglio per uscire da questa negatività. Insomma, quello che ci attraversa è la vita. E la vita ci sorprende con giorni di felicità e con giorni di grande dolore. Ma questo dolore non ci deve dare la certezza che non esiste più una via di fuga perché quella c’è e non è soltanto la religione che è anche quella un’infinitezza, la cui infinitezza rappresentata da Dio ma è il valore di cui uno può trovare la gioia di vivere.
Quale pensiero vuole ribadire ai nostri lettori?
Uno dei pensieri che devo ribadire è che noi artisti dobbiamo lavorare seriamente e creare quando più possibile la gioia di essere a questo mondo perché la natura è straordinariamente bella e assolutoria.