La sua vita non è stata semplice. A causa della malattia è stato bullizzato e deriso da chi molto probabilmente non aveva una tale sensibilità per stargli accanto; la sua dedizione, la recitazione e l'incontro con il bravo regista specializzato in cortometraggi, Giuseppe Cossentino ha trasformato Nunzio da crisalide a farfalla.
Ho letto che la sua malattia è la stessa di sua mamma (deceduta tempo fa). Ha paura?
Un po' sì. Pensi che quando è morta ero solo un bimbo di 10 anni ed ho ancora quella immagine immortalata nella mia mente. Un malore improvviso.
Mamma aveva solo quarant'anni, io ne compio trenta a breve e vivo un po' nel timore dei quaranta in quanto c'è l'incertezza dell'evoluzione della patologia. Sai dopo questo tragico evento, sono cresciuto in fretta ed oggi che sono un uomo, mamma mi manca ancora tanto. Una ferita indelebile nel cuore. Però si sa la vita è imprevedibile succede anche questo.
Da vittima di bullismo a piccola star dello schermo: come vive la sua rivincita?
Sono orgoglioso, non pensavo che la mia storia suscitasse tanto interesse da scatenare un caso mediatico e crearmi un personaggio come quello dell'uomo elastico. E' divertente. Ed uso questa notorietà per combattere ogni forma di violenza, bullismo e sopruso partecipando attivamente nel sociale.
Ovviamente mi permetto di dare dei consigli alle vittime di ogni tipo di violenza, discriminazione e bullismo. La prima cosa è denunciare e trovare dialogo all'interno delle proprie famiglie e la migliore arma è affrontare il tutto con forza e il sorriso sulle labbra.
Non vi è un rischio abbastanza alto di trasformarsi in fenomeno da baraccone?
No assolutamente. Le persone mi stimano per quello che sono riuscito a raccontare. Poi sta nell'intelligenza delle persone. Era il mio sogno raccontare al mondo la mia storia, io ho raccontato semplicemente la mia storia reale, la verità. Ovviamente io sono un un'artista, un attore, recito in progetti che le produzioni mi offrono.
Non sono solo l'uomo elastico, fortunatamente. Quanti si sarebbero messi in gioco?
La sua strana e difficile storia ha dato il via alla nascita di un cortometraggio e prossimamente di un film. Cosa si aspetta da questi progetti?
E' vero Elastic Heart, il corto diretto dal pluripremiato regista Giuseppe Cossentino è stato un successo stratosferico. La mia storia grazie alla pellicola è diventata di dominio pubblico. C'è stato un ottimo lavoro attoriale, di scrittura e registico. Non potevo chiedere di meglio. E' vero il corto è il preludio di un ipotetico film per raccontare nei dettagli la mia storia e la mia patologia anche nei particolari medici. Da questi progetti mi aspetto che arrivi un messaggio di fondo, quello di non arrendersi mai nonostante qualsiasi patologia e di portare a conoscenza la Sindrome di Ehlers- Danlos ed incentivare la ricerca, dato che chi soffre di patologie rare vive nell'indifferenza totale.
E' un invisibile. E attraverso il Cinema, l'arte e lo spettacolo possiamo mettere un grande luce su questa patologia ignorata da tanti.
Tornando al bullismo quale è il suo ricordo più difficile da digerire?
Il tradimento di un amico. Che è stato raccontato anche nel cortometraggio. Attraverso i social lui mi ha offeso apertamente. Il Cyberbullismo oggi è attuale e con tutte le mie forze lo combatto. Bisogna essere molto più forti del bullismo stesso!
Lei è un attore: Se la chiamassero in qualche produzione non per le sue doti artistiche ma per la sua "stranezza" ne sarebbe lusingato o declinerebbe l'invito?
Declinerei l'invito. In quanto sono in primis un artista, un attore, un venditore di emozioni e sentimenti.
Noi raccontiamo ed interpretiamo storie. Io attraverso la mia faccia elastica racconto una storia. Io non la chiamerei "stranezza" la chiamerai stravaganza o una dote naturale che mi ha dato Dio. Il mio messaggio è proprio questo trasformare un qualcosa che può sembrare in apparenza negativo in qualcosa di positivo anche per aiutare gli altri e combattere qualsiasi forma di discriminazione. Infatti dal cortometraggio è nato un monologo drammaturgico, un testo molto bello di Giuseppe Cossentino che sto portando in vari contest nazionali. Racconto infatti proprio della disabilità e della diversità che non devono essere considerati un problema ma un valore. Infatti, il testo si conclude con un punto di domanda. Io ho la Sindrome di Ehlers- Danlos. Sono così! Per voi è un problema?