Una canzone dedicata ad un tipo di droga? Suvvia, non sarebbe certamente la prima volta nel mondo della musica, ma trattandosi del Festival di Sanremo l'ennesima polemica è servita. Nell'occhio del ciclone sarebbe finito il brano 'Rolls Royce' cantato da Achille Lauro, accolto freddamente dalla giuria demoscopica nel corso della prima serata, ma decisamente rivalutato da quella della sala stampa ieri sera. Secondo 'Striscia la Notizia', in realtà il riferimento alla 'Royce' non sarebbe ispirato alla mitica automobile di lusso, ma ad un tipo di ecstasy che porterebbe lo stesso nome.
Lo 'Spirit of ecstasy'
La droga sintetica in questione sarebbe direttamente ispirata all'automobile, perché la Rolls è nota anche con il nome di Spirit of Ecstasy. Si chiama così la figura alata in bella vista sopra il radiatore, disegnata da Charles Sykes nel lontano 1911, battezzata successivamente in tal modo perché in origine era nota come Spirit of Speed. Chi ha concepito la pasticca che sarebbe molto in voga tra i giovani consumatori ha certamente tratto ispirazione dall'Ecstasy della Rolls Royce. Non sappiamo a cosa alluda Achille Lauro nella sua canzone. "Se così fosse, sarebbe una trovata geniale - fa notare Franco Zanetti in un articolo scritto su rockol.it - un capolavoro di manipolazione, meritevole di applausi e di tesi di laurea.
Cinque prime serate su RAI Uno a inneggiare a una droga". Il testo del brano è scritto, oltre che da Lauro, anche da Davide Petrella, Frenetik&Orang3 e Boss Doms.
L'accusa
Ad ogni modo, 'Striscia la Notizia' ha esposto la questione in maniera diretta. "La canzone di Achille Lauro è un inno all'ecstasy: Rolls Royce è una pasticca di ecstasy.
Il direttore artistico era in sé quando l'ha ascoltata e scelta per il Festival di Sanremo?".
Droghe e musica
Con buona pace dei moralisti del web che si stanno scatenando sui social, non è certamente la prima volta che un artista scrive una canzone nella quale si fa riferimento a sostanze stupefacenti. Alcuni lo hanno fatto in maniera diretta, basti pensare ad 'Heroin' dei Velvet Underground uscita nel 1967, composizione assolutamente splendida dal punto di vista musicale tanto da rasentare il vero capolavoro.
Il testo è 'dalla parte del tossicodipendente', non lo esalta e non invita a consumare eroina, ma racconta le sensazioni da lui provate quando la assume. Alla fine il protagonista chiede la morte a quella che considera 'my wife and my life', mia moglie e la mia vita, quasi ringraziandola per averlo tenuto al riparo da un mondo vuoto ed inutile. Ma se andiamo alla musica italiana non possiamo non citare Vasco Rossi e la sua 'Cosa ti fai', contenuta nell'album 'Vado al Massimo' ed uscita nel 1982. Anche in questo caso il riferimento ad assunzione di droghe è diretto. Gli esempi sono tanti, da 'White Rabbit' dei Jefferson Airplane a 'Lucy in Sky with Diamonds' dei Beatles, da 'Cocaine' di Eric Clapton a 'Purple Haze' di Jimi Hendrix.
Fino ad autentici inni alle droghe leggere, la marijuana celebrata dagli Articolo 31 in 'Ohi Maria', da Rino Gaetano in 'I love you Marianna', dagli spagnoli Ska-P in 'Cannabis'. Insomma, se davvero la 'Rolls Royce' di Achille Lauro non è l'auto, non sarebbe nulla di nuovo sotto il sole. Ma considerando la recente crociata dei moralisti da social network (ed anche da Parlamento) scatenata contro i testi di Sfera Ebbasta e tenendo conto che 'Sanremo è Sanremo', aspettiamoci una virtuale discesa in piazza contro il rapper.