L’affetto del pubblico barese ha avvolto Ennio Morricone, per tutta la prima giornata del Bif&st – Bari International Film Festival. Quest’anno la rassegna, diretta da Felice Laudadio, è dedicata al compositore romano con la proiezione di ben 42 film tra gli oltre 520 da lui musicati. Quindi il primo grande evento della manifestazione non poteva che essere la consegna delle chiavi della città di Bari al maestro, da parte del sindaco Antonio Decaro, in una cerimonia che ha attirato numerosi appassionati di Cinema che, per l'occasione, hanno affollato il Teatro Petruzzelli.

E proprio pensando al destino dell’edificio, distrutto da un incendio doloso nel 1991 e riaperto solo 18 anni dopo, Morricone ha avuto un attimo di commozione fino a lasciarsi andare alle lacrime.

Il riconoscimento davanti ad altri tre vincitori di Oscar

Per il resto in questa giornata è emersa la timidezza e la modestia del compositore 91enne che ha ricevuto in serata anche il 'Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence'. “Penso sempre di non meritarmi niente – ha detto al momento di ritirare l’onorificenza – ho sempre fatto semplicemente quello che so fare”, aggiungendo che ormai risponde solo alle chiamate del suo amico Peppuccio, rivolgendosi a Giuseppe Tornatore. Il regista era uno degli altri tre premi Oscar presenti in sala – Morricone ne ha vinti uno alla carriera nel 2007 ed uno competitivo nel 2016 per The Hateful Eight di Quentin Tarantino – insieme allo scenografo Gianni Quaranta ed a Nicola Piovani.

Proprio quest’ultimo ha tenuto un breve discorso in onore dell’autore di tante musiche straordinarie sottolineando come i due significati della parola maestro si adattino perfettamente ad Ennio che è un artigiano, ma anche un poeta, una guida per gli altri. Ricordando anche la sua produzione di “musica assoluta”, ossia quella da concerto, Piovani ha sottolineato l’importanza del compositore che per primo è riuscito a dare visibilità al lavoro di che creava colonne sonore.

Tanto che tutto il Paese gli deve molto: “L’Italia di Giotto, di Dante Alighieri è anche quella di Ennio Morricone” - ha concluso.

Il rapporto tra compositore e regista

Il maestro, dal canto suo, ha sottolineato alcuni aspetti del proprio lavoro, come la responsabilità di dover scrivere le musiche solo poche settimane prima dall’uscita del film.

Nel suo lungo percorso artistico il compositore ha incontrato anche registi come Pasquale Festa Campanile che non volevano nemmeno ascoltare le sue musiche perché “sapeva che dovevano andargli bene per forza”, o altri come Quentin Tarantino che davano solo poche indicazioni di massima per non parlare di Pedro Almodovar che durante tutta la lavorazione di Légami! non gli disse mai niente.

Della relazione tra regista e compositore della colonna sonora Ennio Morricone e Giuseppe Tornatore hanno parlato a lungo in un incontro al Teatro Margherita. Prendendo spunto dal loro libro “Ennio. Un maestro. Conversazione” (edizioni HarperCollins) i due hanno descritto il loro rapporto amichevole, ma franco, e gli scambi di opinioni da cui sono nate le musiche per i lavori del cineasta siciliano.

Inoltre hanno citato diversi episodi gustosi del loro lungo sodalizio, secondo solamente a quello tra Morricone ed il regista Giuliano Montaldo che una volta confessò a Tornatore un curioso retroscena: non essendo troppo esperto di musica, quando il maestro gli sottoponeva stesure alternative di un brano per i propri film, lui sceglieva sempre quello che sembrava entusiasmare di più l’autore mentre lo suonava al piano. Così era sicuro di non fallire.