Reduce da ottimi successi di critica e pubblico, Cristina Cassar Scalia, si appresta a licenziare un nuovo testo che non mancherà di sorprendere i suoi fan. Il titolo della sua nuova fatica letteraria è “La logica della lampara” (Einaudi, pag. 374) e la data di uscita prevista è per il 30 aprile 2019. Questo nuovo scritto, che trova agevole ospitalità all’interno di categorie che contano molti appassionati, ovvero fra i gialli e i noir, rappresenta il nuovo valente contributo letterario della romanziera e segue i precedenti “Le stanze dello scirocco”, “La seconda estate” e “Sabbia nera”.

La trama del romanzo

Non vi è dubbio che Cristina abbia un debito stilistico con un suo conterraneo di limpida fama, Andrea Camilleri. Specialmente in questo libro, la vicinanza con lo scrittore di Porto Empedocle e demiurgo di uno dei personaggi di carta e tv più popolari di sempre – il commissario Montalbano – è particolarmente evidente. Perlomeno nel trattare un tema e un ambiente che costituiscono il paesaggio frequentato da Camilleri: storie e delitti da risolvere. Nella “Logica della lampara” particolare luce è data al vicequestore Vanina Guarrasi. La donna ha una vita privata ingarbugliata e che chiede soluzioni. Ma una soluzione la chiede anche il caso che le comunica una chiamata anonima.

La voce che la contatta è femminile. E, secondo l’informazione che fuoriesce dal telefono, anche la vittima è una donna: la voce sconosciuta ha assistito a un delitto.

Delitti e lampare

Una tipologia di pesca in auge in Sicilia, è la pesca con la lampara. Per i pescatori del luogo è un modo molto antico di guadagnarsi la vita.

Sostanzialmente si tratta di una metodica che prevede – in estrema sintesi – di creare una fonte di luce notturna verso la quale i pesci si avvicinano fiduciosi. Manfredi Monterreale e Sante Tammari, anche loro e sulla scia degli antichi pescatori, provano l’esperienza della lampara. Va da se, che non hanno ambizioni lavorative: il primo è un dottore, il secondo, un giornalista online.

È mattino presto e loro sono in barca. Sono le quattro e mezzo: i due scorgono sulla costa un uomo che si affatica con qualcosa di molto pesante. È una valigia ed è trascinata con grande sforzo: chissà cosa ci ha messo nell’interno. Probabilmente ha calcolato male la sua stessa forza, oppure e semplicemente, c’è dell’altro. Ci sono due fatti – la telefonata anonima e l’uomo con la valigia – che Vanini deve interpretare: hanno forse qualcosa in comune? Per fortuna, come già in altre occasioni, il vicequestore riceverà l’aiuto da parte di Biagio Patanè, commissario in pensione; così, almeno al caso una soluzione sarà data. La soluzione alla propria vita, invece, la Guarrani dovrà cercarla in altra direzione.