Si conclude oggi nella Piana di Gioia Tauro il secondo congresso eucaristico diocesano del titolo “Fratello, per celebrare degnamente i santi misteri, va’ prima a riconciliarti, poi torna”. L'evento di fede giunto a cinque anni esatti dal precedente (“Signore, tu lavi i piedi a me?”, Gv 13,6 - “Va’ e anche tu fa' così”, Lc 10,37) ha previsto in diocesi una serie di appuntamenti e iniziative arricchiti dalla presenza di figure di spessore del mondo cattolico quali padre Ildebrando Scicolone, docente emerito di liturgia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, Goffredo Boselli, monaco di Bose, padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia e il card.

Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano.

Gli interventi dei relatori svilupperanno i seguenti temi: "L’eucologia eucaristica: richiamo al grande dono della misericordia e del perdono" (padre Ildebrando Scicolone), "Il pane del perdono" (frate Goffredo Boselli), "Questo è il tempo della misericordia" (padre Raniero Cantalamessa).

E' tempo di guardare avanti pensando alla conversione pastorale

A cinque anni dal precedente evento, Mons. Francesco Milito nella sua omelia introduttiva sprona la sua diocesi chiedendo ai fedeli posti sotto la sua guida una conversione pastorale capace di gettare i semi della misericordia e del perdono nel contesto della Piana di Gioia Tauro. Le parole del vescovo possono riassumersi in tre punti.

Monsignor Milito, nel definire la riconciliazione come piattaforma dell'agire cristiano, ha esordito invitando i fedeli a riconciliarsi, prima e per celebrare degnamente i santi misteri. Infatti la dimensione della confessione situa ogni fedele nella condizione di chi torna da un incontro di riappacificazione e di soluzione di conti in sospeso, da tempi remoti e/o recenti.

Tutti sono nella condizione di peccatori, tutti siamo uguali davanti a Dio. La riconciliazione è la Piattaforma dove ognuno trova la sua precisa collocazione. È una piattaforma di sicurezza perché il fedele si colloca nel recinto del gregge, protetto dal Buon pastore.

Sperimentare il perdono come esperienza dell'amore di Dio, ha continuato il vescovo, vuol dire vivere la festa dalla quale ogni fedele non dovrebbe né potrebbe tornare nella sua casa e nella sua comunità nella condizione precedente alla sua conversione.

Immersi nel Dio Amore, cioè misericordia, emersi per diventare apostoli con una vita gioiosa, di pace, di relazioni autentiche e trasparenti, segno ed attrazione per chi desidera, e spesso non trova, oasi di pace. Se realmente e ampiamente ogni fedele fa esperienza del perdono del Signore, resta poi incomprensibile che egli non condivida la sua gioia con gli altri. Un perdonato reintegrato, infatti, non può non essere permanente testimone del perdono.

Ciò significa, conclude la sua riflessione S.E. Milito, che la misericordia va intesa come metodologia e metafora dell'agire cristiano nella dimensione della nuova evangelizzazione. In sostanza, i fedeli devono assumere la misericordia, come stile ordinario del loro vivere la Chiesa e nella Chiesa, un metodo che deve diventare principio architettonico per gli anni futuri.

La misericordia fa tendere al rinnovamento radicale di cultura e di sensibilità, contrastante ogni forma e manifestazioni di violenza negante la dignità dell’uomo. Solo una Chiesa, testimone vivente e permanente di misericordia, di amore di Dio, di sé sperimentata e da sé condivisa, sarà credibile profezia la quale concretizza azioni di bene.

Certamente ricchi, a tratti suggestivi e pieni di significato gli interventi dei relatori i quali hanno interagito con l'assemblea costituita in un clima di viva partecipazione da parte della comunità locale.

La presenza del segretario di Stato Vaticano

La conclusione del Congresso programmata per le ore 18:00 nella parrocchia San Gaetano Catanoso di Gioia Tauro, sarà affidata al cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano.

In merito il vescovo esprime la sua gratitudine a Parolin, che anche a ragione del suo ministero è uomo molto vicino a Papa Francesco. A seguire la Processione Eucaristica per le vie della città fino al Duomo di Sant'Ippolito Martire dove si procederà con l'offerta delle intenzioni di preghiera di perdono,un gesto simbolico che consisterà nel bruciare dei foglietti con le preghiere e le intenzioni composte nei mesi scorsi da parte dei fedeli delle tutte le parrocchie che costituiscono la diocesi in preparazione al Congresso.

Con oggi di chiude un momento di riflessione e si apre un nuovo tempo di "Grazia" per la comunità locale.