È il Cinema che verrà. È una sfida senza precedenti quella di Gemini Man thriller fantascientifico firmato dal grande regista taiwanese Ang Lee, vincitore di tre premi Oscar, due come miglior regista con i "segreti di Brokeback Mountain nel 2006" e con la "vita di Pi nel 2013" e uno come miglior film straniero con "la tigre e il dragone nel 2001". Protagonista del film è un ispiratissimo Will Smith nei panni di un infallibile cecchino dell'intelligence americana pronto ad uccidere e prossimo alla pensione ma costretto, suo malgrado, a tornare in azione quando si ritrova contro una versione di se più giovane, un vero e proprio alter ego digitale che ha la missione di eliminarlo.
Sarà uno scontro senza esclusione di colpi e ricco di emozioni.
È cibo per gli occhi, gli effetti speciali nei nuovi film sono una forma di arte visiva
Gemini Man porta con se una riflessione del regista Ang Lee che colpisce molto: "La tecnologia aiuta a visualizzare ciò che fantastichiamo ma non ha sostituito l'immaginazione artistica, gli effetti speciali nel cinema sono una forma di visual art, arte visiva; la tecnologia ci aiuta a visualizzare ciò che è astratto". Al di là dei risvolti anche psicologici, ad impressionare nel film è sicuramente la tecnologia ultra sofisticata con la quale è stato possibile sdoppiare Will Smith. Il gemello più giovane di venticinque anni è una creatura in tutto e per tutto creata al computer e guidata dallo stesso attore con la tecnica della Motion Capture, con dei sensori cioè collegati al suo corpo.
Una sorta di specchio magico digitale da 120 frame per secondo e in 3D a 4k, "un'esperienza realistica ed intrigante" ha raccontato Will Smith "ma che al tempo stesso mette i brividi, fa un pò paura."
Stupenda e ricercata, in classico stile Lee, anche l'ambientazione: Dal Belgio e più precisamente all'interno della stazione di Liège-Guillemins, agli inseguimenti mozzafiato girati in Colombia a Cartagena passando per Budapest in Ungheria, nei fantastici Bagni termali Széchenyi e al castello di Vajdahunyad, copia parziale di un antico maniero della Transilvania, fino agli Stati Uniti, più precisamente in Georgia nella splendida cittadina di Glennville, che a ritroso, è il luogo del primo ciak del film.
Difficile pensare che gli effetti speciali possano essere considerati delle espressioni artistiche contemporanee, ma forse Ang Lee ha ragione, trattasi di arte moderna anche questa: "Come sarà il futuro dell'arte non lo sappiamo ancora ma non è da escludere che ci potranno essere pittori che dipingeranno i loro quadri in maniera diversa, magari riempiendoli proprio con gli effetti speciali".