Jake La Furia ha concesso il 30 marzo 2020 una lunga intervista – la durata complessiva è di oltre quaranta minuti – al podcast 'Mondo Cane'. Alcune dichiarazioni della chiacchierata sono state rilanciate nel pomeriggio di ieri, 1 aprile 2020, da Esse Magazine, suscitando curiosità da parte del pubblico.

In un clima goliardico e tutt'altro che formale, Jake si è raccontato, sia dal punto di vista umano che professionale, sbottonandosi in più occasioni. Emblematico il titolo della puntata, lo stesso dell'ultimo album dei Club Dogo: 'Non siamo più quelli di Mi Fist'.

Il rapper milanese ha parlato della situazione attuale del Rap italiano, lodando Tha Supreme per l'originalità dello stile che il giovanissimo artista originario di Fiumicino è riuscito a creare, ma criticando la maggior parte delle produzioni trap del momento, in quanto troppo simili tra loro.

Nel corso della chiacchierata, spazio anche a molti altri aspetti della vita di Jake La Furia, come la paternità ed il nuovo stile di vita, in cui gli stupefacenti non sono più inclusi.

La nuova vita di Jake La Furia: 'Sono pulito come un bambino'

"Dico la verità, forse non avrei mai smesso – ha spiegato Jake La Furia al minuto 17:20 del podcast, tutt'ora fruibile sul sito di Mondo Cane e nella sezione podcast di Google – però ho avuto un serio problema di Polizia, per cui mi hanno tenuto sotto esame per cinque anni.

In quei cinque anni mi sono fatto una famiglia e non ho più assunto nessuna sostanza, visto che ogni sei mesi dovevo fare gli esami. Ormai sono pulito come un bambino".

Jake La Furia e il ruolo di autore per artiste femminili: 'Sì lavora in gruppo, un po' come fanno in America'

Nella prima parte della chiacchierata, Jake ha avuto modo di parlare anche della sua attività di autore di brani per altri artisti, spesso donne, circostanza che ha suscitato le osservazioni ironiche degli autori del podcast.

Il rapper milanese ha spiegato le modalità di lavoro, sottolineando di non essere quasi mai autore al 100% dei brani scritti per altri.

"Sì lavora in gruppo, un po' come fanno in America. Se vai a vedere i crediti Spotify dei pezzi di Travis Scott sono in 45 a dividerseli'.

Jake La Furia commenta la nuova wave dance del rap italiano: 'Non è una questione generazionale'

Jake La Furia ha anche avuto modo di commentare il recente dibattito scaturito dalle dichiarazioni di Salmo, ma anche e soprattutto dalle repliche di Marracash, sulla 'nuova wave' del rap italiano, caratterizzata dall'utilizzo sempre più frequente di campioni sonori estratti da hit di musica dance. Queste le parole di Jake La Furia:

"Io non credo sia una questione generazionale ma individuale, dipende da quanto è tamarro il rapper. Noi lo eravamo, ed abbiamo sempre sguazzato nel rap e nella musica dance. Ad un certo punto della carriera ci è venuto naturale passare per quei BPM lì".