Classe 1981, nato a Busto Arsizio, il cantante Luca Marino pubblica in questi giorni il nuovo singolo "Come stai?". Dopo l'esordio discografico nel 2010 al Festival di Sanremo (nella categoria 'Nuova Generazione'), la sua attività di musicista non si è mai fermata: ha pubblicato tre album, vinto un disco d'oro come autore e avviato un'attività di busker, suonando per le strade. Di questo e molto altro ha parlato a Blasting News.

Il nuovo singolo 'Come stai?'

Dove ti trovi e cosa vedi intorno a te?

“Sono accanto alla mia scrivania. Davanti a me ho l'impianto di home recording, le casse, il monitor e la tastiera per suonare”.

Del tuo nuovo singolo “Come stai?” mi ha colpito in particolare una frase: “siamo umani, perché se arriva il dolore non lo sappiamo sopportare, cominciamo a tremare e a farci male l'un l'altro senza chiederci perché?”. Tu che rapporto hai con la paura?

“Ho paura della paura, come capita a tutti. Nella vita cerco sempre di prenderla con ironia, anche se fino a un certo punto. Alla luce di certe cose personali che mi sono capitate, l'ironia si sta trasformando in razionalità”.

Ieri sera, nel monologo d'apertura per il concerto del Primo Maggio, Ambra Angiolini ha rivolto una domanda agli spettatori: “come state?”. Si ha la sensazione che questo interrogativo, di cui si è abusato spesso, stia acquisendo sempre più valore.

Cosa ne pensi?

“È una domanda che nella sua semplicità racchiude tutta l'importanza che hanno per noi le persone a cui vogliamo bene. Fino a ieri davamo per scontata la risposta, che era sempre “tutto bene” per evitare di entrare nel dettaglio. Oggi chi ti dice che sta bene, probabilmente è perché sta bene per davvero. Questa situazione ha ridimensionato le “menate” che ci facevamo qualche mese fa.

C'è in atto un cambiamento che va a toccare le radici di ognuno. La domanda “come stai?” è diventata importantissima, ed ancor di più la risposta. Quando lo chiedono a me rispondo sempre: “bene, sono in piedi”.

Questa nuova canzone era già in cantiere o è nata durante l'emergenza sanitaria?

“È figlia di questo periodo, ma è un pezzo che, al di là dell'attuale emergenza, parla in generale di quando ci si trova di fronte a un cambiamento epocale e tutto continua a ruotare intorno agli affetti e alle reali connessioni che si hanno.

Quando è iniziato il lockdown, i miei colleghi mi dicevano di essere al lavoro su nuove canzoni ispirate al periodo, mentre io non avevo molte ispirazioni. Avevo paura di aver perso la capacità di sintetizzare quello che sento. In questo caso di raccontare la paura, perché è una canzone figlia della paura”.

Cos'è stato a sbloccare quella crisi creativa?

“Una foto scattata da Giada Ramera, la mia ragazza, che poi è finita sulla copertina del singolo. Quello scatto mi ha dato l'ispirazione e piano piano sono tornato a scrivere. Nella sua concezione originale, è una fotografia che parla dell'incomunicabilità che viviamo nel presente: siamo tutti connessi ma non riusciamo a comunicare. Personalmente mi ha colpito anche un altro messaggio: gli affetti non si fermano davanti a niente”.

Il social tour

In queste settimane molto particolari sei stato impegnato con il Buena Vita Social Tour, un'iniziativa che ti ha visto suonare da casa per le pagine social di alcuni club. Com'è andata?

“È stata pensata in funzione del fatto pratico di non poter suonare nei posti che volevo. È stato un sostegno reciproco, tra me e i locali, senza guadagnarci nulla in prima istanza. Era importante dare un segnale di presenza e per certi versi cercare una nuova dimensione per un contesto live in una situazione di emergenza. È anche un modo per non smettere di suonare in una periodo che, economicamente parlando, è gravissimo per me e per molti altri musicisti. Tutto il mondo dello spettacolo non sta affatto bene”.

Potrebbe essere un nuovo format da riproporre anche in futuro?

“Io spero si possa tornare a suonare come ho sempre fatto. Questo lo ritengo qualcosa di temporaneo che magari, in futuro, potrà essere usato come semplice veicolo di comunicazione”.

Lo spirito di adattamento e d'inventiva credo sia importantissimo in situazioni come questa. Hai pensato ad altre iniziative?

“Se prima il musicista veniva visto come quello che non lavora, adesso corriamo il rischio che sia ancora peggio. Per questo sto lavorando a un progetto, una sorta di newsletter, che permetta ai miei fans di sostenere la mia attività attraverso un'offerta libera. In cambio riceveranno dei contenuti esclusivi. Attraverso le mie pagine social sto provando a capire come attivare il tutto”.

Nel corso degli anni non hai mai abbandonato la tua attività di artista di strada. Ti è pesata molto questa interruzione forzata?

“Moltissimo ed ancora più grave è non sapere quando potrò tornare a lavorare”.

Cosa ti piace del lavoro di busker?

“Che ti regala le sensazioni migliori. Il feedback immediato del pubblico, lo scambio emozionale, oltre all'aspetto economico che non è indifferente. Pensa che la maggior parte dei miei follower li ho conquistati attraverso l'attività di artista di strada, e sono un pubblico fedelissimo! La strada è comunicazione, crea un legame diretto fondamentale per chi è artista”.

L'ultima volta che ci siamo incontrati era durante l'uscita del tuo album del 2019 “Vivere non è di moda”.

Soddisfatto di com'è andata?

“Diciamo che non è stato facile: ero arrivato a un punto nuovamente difficile della mia carriera però, fin dall'inizio di questo anno, avevo intenzione di fare qualcosa di nuovo da pubblicare in primavera. Certo, non mi aspettavo di fare un brano come questo! Comunque è andata sufficientemente bene da farmi pensare di continuare a fare musica”.

Verrà pubblicato un nuovo singolo dal disco?

“C'è un video che vorrei realizzare, ma valuterò se avrà senso farlo. Nessun nuovo singolo”.

I consigli musicali di Luca Marino

Concludiamo con le nostre domande di rito. Qual è il tuo brano preferito in assoluto?

“Piazza grande” di Lucio Dalla. Parla di qualcuno che ha scelto di essere chi voleva e non s'è mai pentito.

Per il mio social tour ho “rispulciato” i repertori di cover, perché in futuro mi piacerebbe fare date tematiche”.

Qual è l'artista che ascolti più spesso in questo periodo?

“Ivan Graziani, per la gioia della mia ragazza a cui non piace. Tutti i giorni ascolto “Nino Dale and his modernists”. È un cantautore che viene ricordato troppo poco, ma a casa mia il suo “greatest hits” gira moltissimo”.

Il nuovo singolo di Luca Marino “Come stai?” è disponibile su tutti i digital store.