Martedì 12 maggio è stato l’anniversario della morte dell’indimenticabile cantante Mia Martini che venne ritrovata nella sua nuova abitazione di Cardano al Campo, in provincia di Varese, due giorni dopo l’effettivo decesso, dai carabinieri e dai vigili del fuoco allertati dal manager Nando Sepe che, non avendo avuto risposta al telefono da parte della sua artista per l’imminente tour in Costiera Amalfitana, decise di recarsi personalmente al suo domicilio. Suonò al citofono svariate volte invano e, vedendo l’auto di Mimì parcheggiata lì davanti, si allarmò.
In quell’anonima palazzina color nocciola di due piani si era appena trasferita per esser più vicina al padre con il quale si era riappacificata. Mia era supina sul letto con l’agenda aperta, il walkman alle orecchie e una mano allungata verso il telefono (fisso). Causa ufficiale del decesso è l’infarto, secondo gli esami tossicologici dovuto a overdose di sostanze stupefacenti, tra cui la cocaina. Si ipotizzò il suicidio per le maldicenze del mondo dello spettacolo, smentito però negli anni più e più volte dalle sorelle. Sembra soffrisse di un fibroma all’utero fatto ritenuto successivamente non rilevante con la prematura scomparsa. La chiesa di San Giuseppe di Busto Arsizio per il funerale era gremita, più di 4000 persone applaudirono il feretro e diedero l’ultimo saluto all’artista.
Tra loro l’amico vero Renato Zero, Giorgio Armani, Enrico Ruggeri, Marcella Bella e molti altri personaggi famosi e non, compresi coloro che l’avevano abbandonata.
Chi era Mia Mimì Martini
Mia Martini, pseudonimo di Domenica Rita Adriana Berté, nata il 20 settembre del 1947 a Bagnara Calabra, è stata una grande artista, interprete della musica italiana, molto legata alla sorella cantautrice Loredana, anche lei del 20 settembre, ma di tre anni dopo (1950).
Con le altre due sorelle, la maggiore Leda e la più giovane Olivia, aveva meno in comune ma, nei momenti più bui della sua vita, le sono sempre state vicino. Fiera di essere calabrese, tifosa del Napoli, per nulla scaramantica ma fatalista, sensibile ed inquieta, ha dovuto affrontare svariati ostacoli, soprattutto quell’infamante diceria di portare sfortuna che la perseguitò sempre.
E poi, i rapporti a dir poco tesi con il padre violento, l’arresto nel 1969 in Sardegna dove venne trovata con circa mezzo grammo di hashish, la condanna e l’inevitabile detenzione nel carcere di Tempio Pausania (SS) per quattro mesi, il disco singolo “Coriandoli spenti, l’argomento dell’amore” bloccato dalla Esse Records, la grande storia d’amore con Ivano Fossati dalla quale non si riprese mai del tutto, il ritiro dalle scene nel 1983, la depressione, il ritorno nel 1989 solo ed esclusivamente grazie ad Adriano Aragozzini e poi il tragico epilogo.
La carriera ed i brani più famosi di Mia Martini
Fu il musicista e discografico Carlo Alberto Rossi a gestire Mia Martini agli esordi negli anni sessanta, l’interprete incise il suo primo vero successo, “Piccolo uomo”, di Bruno Lauzi, nel 1972 ottenendo da subito grande riscontro vincendo il nono Festivalbar ad Asiago; replicherà anche l’anno seguente con “Minuetto” di Franco Califano per Ricordi, ex aequo con Marcella Bella.
Dello stesso periodo è un altro dei suoi pezzi più conosciuti, “Donna sola”, di Lauzi, Luigi Albertelli e Dario Bembo.
Nel 1982 la prima partecipazione per Mia Martini al Festival di Sanremo fu con “E non finisce mica il cielo” scritto da Ivano Fossati, inizialmente destinato a Mina; tornerà qualche anno dopo con “Almeno tu nell’universo” (disco d’oro), un brano immortale scritto da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio che Mia portò al Festival di Sanremo nel 1989 grazie al quale conquistò il Premio della Critica e sfiorò la vittoria. La prima cantante a reinterpretare questo stupendo brano fu Mina, e tra le versioni migliori c’è quella di Elisa del 2003 nell’album “Lotus”.
Nel 1990 si presenta al Festival con “La nevicata del ‘56” ottenendo ancora una volta il Premio della Critica che poi porterà il suo nome.
Nel 1992 arriva al secondo posto, sempre a Sanremo, con “Gli uomini non cambiano”, brano autobiografico , composto da Giancarlo Bigazzi, Marco Falagiani e Giuseppe Dati. Nel 1993 canta “Stiamo come stiamo” in duetto con la sorella Loredana. Altro brano amato è “I treni a vapore”, scritto da Ivano Fossati per Fiorella Mannoia che lo inserì nell’omonimo album del 1992 ma ottenne un successo tale da esser cantato ed inserito in album anche da Mia Martini nel 1994.
Mia Martini ricordata in tv
Su Rai 1 il 12 maggio alle 21.25 è stato trasmesso nuovamente il film di Riccardo Donna “Io sono Mia” che ha raggiunto il 14,66% di share, su Rete 4 mercoledì sera hanno messo in onda uno speciale sull’intensa vita dell’artista e, lo stesso giorno, a “Storie Italiane” (Rai 1) la padrona di casa Eleonora Daniele ha intervistato Leda Berté che ha raccontato di come l’invidia per il talento della sorella le abbia fatte soffrire.