Mank, produzione di Netflix del 2020 diretta da David Fincher, racconta la storia del dietro le quinte e dello sviluppo di uno dei film più importanti della storia del Cinema, ossia Quarto Potere ("Citizen Kane" in lingua originale), che all'epoca vinse l'Oscar per la miglior sceneggiatura originale di Orson Welles ed Herman J. Mankiewicz all'edizione del 1942.

All’interno della pellicola, viene raccontata la vita e la carriera del magnate dell'editoria Charles Foster Kane, attraverso i ricordi degli amici dell'uomo. Sin dall' infanzia di Kane, si evince un carattere decisamente molto forte e determinato, quello di un uomo destinato a diventare uno dei più importanti e potenti appunto nel settore dell'editoria e dei mezzi d'informazione e di comunicazione di massa.

Il film Mank è riuscito a portarsi a casa due statuette per due premi tecnici all'edizione dei premi Oscar 2021, cioè miglior fotografia e miglior scenografia, realizzata da Donald Graham Burt.

Quarto Potere: storia di un film rivoluzionario

Quarto Potere, per l'epoca in cui uscì nelle sale, era un film completamente innovativo, anche per via del fatto che il regista nonché sceneggiatore, Orson Welles, riuscì a ottenere dalla casa di produzione ciò che praticamente nessun altro regista è riuscito ad ottenere ne prima ne dopo Quarto Potere: completa libertà creativa e d'azione sulla propria opera, senza che la produzione mettesse bocca praticamente su alcun aspetto della stessa.

La sceneggiatura di Mank è basata su di uno script scritto dal padre di David Fincher, Jack, che in un atto di puro amore il figlio ha deciso di riesumare allo scopo di realizzare il film voluto e mai completato da suo padre.

Regia e fotografia nel film

La tecnica di Fincher risulta estremamente elaborata in questo film, vedasi perfino il sonoro fintamente in mono a voler emulare quello anni '40, realizzato proprio allo scopo di far immedesimare lo spettatore nell'epoca in cui la pellicola è ambientata.

Mank è un film molto "cinefilo", che strizza molto l'occhio allo spettatore e cerca di ammaliarlo proprio con la sua maestosa fotografia, a giustissima ragione premiata con l'Oscar.

Fotografia che, sebbene possa sembrare semplicistica perché basata sui toni di bianco e nero, essa si presenta in realtà a tratti molto luminosa e focalizzata soprattutto sui dettagli. Si evince molto il progresso tecnologico avvenuto a giusto 80 anni di distanza dall'uscita nelle sale di Quarto Potere.

Nel ruolo del bizzarro sceneggiatore e drammaturgo Herman J.

Mankiewicz, c'è l'attore londinese Gary Oldman, già vincitore del premio Oscar nel 2018 per il ruolo di Winston Churchill ne L'Ora più buia ("Darkest Hour") di Joe Wright. Attore e produttore di fama internazionale noto ai più per il suo ruolo del Commissario James Gordon nella trilogia de Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan.

C'è da dire, però, e questa forse potrebbe essere considerata un po' una nota a demerito per il film, che Mank dipinge la figura di Orson Welles, un innovatore e pioniere dell'arte registica, quasi come un despota senza scrupoli, come un giovane regista affamato di gloria e di potere senza alcun rimorso nel trattare male gli altri, quasi come un Walt Disney prima dell'uscita di Biancaneve e i Sette Nani.

Un film affresco dell'America anni '40

Sta di fatto che come si sia svolto realmente lo sviluppo di Quarto Potere lo sanno realmente solo gli addetti ai lavori che l'hanno vissuto in prima persona, al netto dei numerosi saggi e scritti esistenti al giorno d'oggi riguardanti l'argomento. Ciononostante, il film risulta un buon affresco dell'America di inizio anni '40 del secolo scorso e del funzionamento della rigida industria cinematografica di quel tempo, vittima della crisi vissuta in piena Seconda Guerra Mondiale. Dopotutto, non è proprio una totale bugia che allo spettatore, dopo la visione del film una volta uscito dalla sala cinematografica, non resta altro che un ricordo. Quello che compra appartiene ancora a chi gliel'ha venduto.