I Five and Fist (FAF) sono una band di Rimini con sonorità pop punk, nata nel 2014. Si tratta di un trio molto giovane, composto da Giulio Cavalli, 22 anni (frontman e chitarrista), Francesco Cavalli, 21 anni (voce e chitarra) e Marco Rampielli, 20 anni (voce e batteria).

Blasting News li ha intervistati in esclusiva per conoscere alcune curiosità e i loro progetti futuri.

La nascita della band e le influenze musicali

Da dove nasce il nome della band?

"Il nome è nato in maniera casuale, stavamo cercando qualcosa che potesse rispecchiarci. Ci è venuto in mente il saluto che facciamo quando ci incontriamo, lo usiamo fra di noi ma anche con i nostri amici.

Abbiamo cercato un modo per mettere su carta questo concetto e su internet abbiamo trovato la versione inglese ovvero “Five and Fist”, letteralmente “Cinque e pugno”. Era proprio quello che faceva al caso nostro"

Come avete iniziato a fare musica?

"Abbiamo iniziato a fare musica quando eravamo piccoli. Marco aveva solo 7 anni quando ha iniziato a suonare la batteria. La madre originariamente voleva iscriverlo a un corso di violino ma siccome non lo sentiva suo come strumento, si è diretto verso qualcosa di più ritmico, scoprendo l’amore per lo strumento che oggi suona nella band. Abbiamo iniziato grazie al padre di Francesco, che ha sempre suonato la chitarra. Ci ha trasmesso tutta la sua passione verso questo strumento e grazie a lui abbiamo imparato le basi.

Poi abbiamo continuato da autodidatti, principalmente".

Com’è nata la band?

"Eravamo tutti della stessa scuola alle medie ed abbiamo conosciuto Marco grazie al nostro professore di musica. Ci siamo scambiati i contatti ed un giorno, proprio Marco, ha deciso di formare la band. Mi ha chiamato per fare alcune prove e siccome serviva un altro chitarrista, ho portato Francesco con me.

Il resto è storia".

A quali artisti vi ispirate?

"Ci ispiriamo a tutti i più grandi artisti della musica Rock: Led Zeppelin, Guns N' Roses, Queen, Rolling Stones. Ascoltavamo i dischi dei nostri genitori, son loro che ci hanno donato quest’eredità musicale. Le altre influenze le abbiamo trovate con il tempo, abbiamo scoperto band come i Green Day, i Blink-182, i 5 Seconds of Summer.

Questi ultimi ci hanno introdotto ad un nuovo genere, quello del pop punk. Abbiamo ricercato le loro influenze ed abbiamo conosciuto gli All Time Low, poi grazie a YouTube abbiamo incontrato anche altre band dell’underground americano, come i Waterparks o gli As It Is. Non ci fossilizziamo su questi due generi però, ci piace anche il classico pop, siamo cresciuti con artisti come Justin Bieber e Bruno Mars alla fine. Diciamo che dall’insieme del mondo pop e quello punk è nato il nostro genere".

La fanbase e i progetti futuri dei Five and Fist

Cosa potete dirci della vostra fanbase, la FAFamily?

"La nostra fanbase è nata già dai primi giorni della band, facevamo concerti in locali o piazze vicino casa.

Alcuni ragazzi che si son appassionati al nostro progetto hanno poi continuato a seguirci negli anni, esibizione dopo esibizione. I social in questo hanno aiutato molto, ci hanno permesso di rimanere in contatto con loro ed attirare nuove persone. Con il passare dei mesi sono iniziate a nascere alcune fanpage, cosa che non ci aspettavamo minimamente. Il nome “FAFamily” è derivato proprio dall’idea di una di queste ed è l’insieme del nostro acronimo, FAF, e family ("famiglia" in inglese). Ci è piaciuto subito perché la nostra fanbase è proprio questo per noi, una seconda famiglia"

Come è nato il vostro ultimo singolo, USA (brano e videoclip)?

"Volevamo un singolo fresco, leggero. Ci siamo messi in studio e improvvisando è nato il coro che potete sentire all’inizio del brano.

Poco dopo abbiamo scritto la frase “Sei bella come gli USA” e da lì è nato tutto il concept della canzone. L’abbiamo scritta in una giornata, si può dire, tutti e tre insieme, nel nostro studio. Per il videoclip cercavamo una location che potesse rispecchiare ciò che è il pezzo, quindi con un velo di "americanità". Abbiamo trovato questo studio, a Milano, che sembrava un perfetto loft stile Brooklyn, ci è piaciuto da subito. Abbiamo girato per 7-8 ore, dovevamo essere sempre energici per dare giustizia a un brano come USA ed è stata dura. Parlando della realizzazione del videoclip, vorremmo ringraziare Fabio Ingrosso, il regista, che è stato davvero professionale ed efficiente. Ha saputo darci tanti spunti durante le riprese, noi eravamo partiti originariamente da un’idea che poi si è evoluta nel mentre.

Volevamo un video divertente, leggero, che portasse un po’ l’America in Italia e così è stato".

Qual è il prossimo passo, avete già in mente di fare un album?

"Vogliamo continuare a scrivere e pubblicare musica, che siano cover o brani inediti. Abbiamo più progetti che seguiamo parallelamente, attualmente abbiamo circa otto pezzi pronti, un ep potremmo dire. Stiamo lavorando anche ad altre canzoni, abbiamo sempre scritto tantissimo, quindi il metodo che stiamo adottando da sei mesi a questa parte, è quello di lavorare con tutto ciò che abbiamo con il nostro produttore, Riccardo Scirè".

Il vostro ep avrà le stesse sonorità di USA o cambierete genere?

"Vogliamo esser versatili. Grazie a Riccardo Scirè siamo riusciti a crearci un sound coerente, c’è un filo rosso che unisce tutti i pezzi, alcuni addirittura si richiamano a vicenda.

È come se volessimo raccontare una storia. U.S.A è un pezzo più leggero, allegro ma abbiamo anche altri brani più lenti, come una ballad oppure una power ballad, come può essere “Wake Me Up When September Ends” dei Green Day. Questa è la nostra attuale fase musicale ma sicuramente in futuro ci evolveremo, come ogni band. Maturiamo noi e di conseguenza la band e le sue sonorità".