Un film più che mai attuale. ‘Reflection’ fa riferimento alla Guerra in Ucraina e in particolare nel Donbass nel 2014. Il regista è l’ucraino Valentyn Vasjanovyč, in concorso con questo film alla Mostra del Cinema a Venezia edizione 78.

Il ‘Circuito Cinema’ del comune di Venezia e ‘Wanted’, il distributore italiano del film, hanno deciso di rendere gratuita un’anteprima del film in tre sale italiane, a partire dal 7 marzo. Chiaro segno di vicinanza al popolo ucraino per gli avvenimenti attuali.

Le sale dove verrà proiettato gratuitamente

Il film verrà proiettato in tre città e giorni diversi: la scelta delle città è ricaduta su Roma, Milano e Venezia.

A Roma la proiezione è prevista per il giorno 7 marzo, ore 19:00, presso il Cinema Troisi. Qui l’evento sarà introdotto da Roberto Cicutto, Presidente della Biennale di Venezia. Due giorni dopo, mercoledì 9 marzo, 'Reflection' sarà proiettato a Milano presso l’Anteo Palazzo del Cinema, ore 20, con l’introduzione da parte di Alberto Barbera, Direttore della Mostra di Venezia.

Infine a Venezia, presso il Cinema Rossini, il film sarò proiettato giovedì 10 marzo, preceduto dall’intervento introduttivo del critico cinematografico Federico Gironi.

Trama del film

‘Reflection’ è un film denuncia di quello che è successo durante la guerra del Donbass tra Russia e Ucraina del 2014, conflitto nato per rivendicare il controllo della Crimea e del territorio annesso del Donbass da parte della Russia.

La storia è quella di un chirurgo ucraino di nome Serhiy (interpretato da Roman Lutskyi) fatto prigioniero nell’Ucraina orientale dai militari russi: durante la sua condizione, Serhiy subisce tutto il disprezzo per la vita umana causato dalla guerra. Quando viene rilasciato e torna dalla sua famiglia, Serhiy non sarà più lo stesso.

Il chirurgo ha subito troppo dolore ed assistito a scene così violente che fa fatica a ritornare alla sua vita precedente e al suo ruolo di padre e marito.

Il riadattamento alla vita post guerra è un tema spesso utilizzato nel cinema come espediente per raccontare i traumi della violenza, e quanto sia difficile ritornare alla normalità dopo che il confine tra umano e disumano è stato superato.

Valentyn Vasyanovych, chi è il regista di Reflection

Autore di cinque lungometraggi, Vasyanovych ha dichiarato lo scorso anno a Cannes, presentando ‘Reflection’: Il film si rivolge a un pubblico pensante, che non ha paura di sollevare domande dure su traumi pesanti né di cercare risposte. Non è un film fatto per intrattenere". Parla anche della sua scelta di ingaggiare nel film attori non professionisti ma ex militari che potessero dare il loro contributo personale a fatti e vicissitudini di guerra: "È stata così una grande soddisfazione quando, alla première in Ucraina, tra i soldati presenti molti hanno confermato l'autenticità delle scene", ha continuato ad affermare il regista.

Non è la prima volta che Vasyanovych affronta nei suoi film la violenza.

Con il film 'Atlantis' nel 2019 - ambientato sempre in Ucraina orientale - il regista aveva fornito agli spettatori un’altra profonda riflessione sugli orrori della guerra.

‘Atlantis’, diversamente da ‘Reflection’, è però un film distopico, proiettato in un futuro prossimo. Il protagonista è un ex soldato specializzato nel recupero di cadaveri di guerra, che tenta di adattarsi al nuovo territorio diventato un deserto, post bombardamenti. Nel 2014 il regista aveva anche curato la fotografia di un altro film ucraino, ‘The Tribe’, in cui si denuncia la difficoltà di adattamento ad un ambiente violento, questa volta da parte di un ragazzo sordomuto giunto in un istituto scolastico, fonte per lui di torture.

L’impegno sociale del regista, il voler trasporre nella finzione cinematografica una realtà violenta e disumana è il segno distintivo di ogni suo lavoro. Vasyanovych ha dichiarato di recente di non aver lasciato Kiev: “Voglio essere tra persone consapevoli della loro appartenenza etnica, culturale e politica. Voglio essere tra queste persone per acquisire esperienze importanti che mi aiuteranno a creare storie vere su di loro”.

Una testimonianza - quella diretta da parte del regista - che diventerà fonte di ispirazione per il suo prossimo film.