La rivista Nature communications ha recentemente pubblicato uno studio che accerta l'utilizzo abituale del tuorlo d'uovo da parte di Leonardo da Vinci e altri grandi maestri della pittura. Il tuorlo modifica le proprietà dei colori in modo duraturo, migliorandone la resa e la resistenza all'umidità ambientale.

Studiare la pittura antica

I capolavori dei grandi maestri della pittura, e quelli di Leonardo da Vinci in particolare, sono studiati da sempre per approfondire le varie modalità e tecniche pittoriche. Ciononostante molti aspetti restano ancora da comprendere e spesso, grazie alle odierne tecniche di analisi scientifica, vengono scoperti elementi sorprendenti.

Uno di questi è costituito dall'utilizzo del tuorlo d'uovo come ingrediente da unire ai pigmenti usati dai vari artisti. Tracce di tuorlo d'uovo erano già state trovate nei dipinti a olio dei maestri rinascimentali, ma si era sempre creduto a una contaminazione del tutto accidentale. Ora, uno studio condotto da ricercatori dell'Istituto di Tecnologia di Karlsruhe (KIT), in Germania, ha invece dimostrato che l'uso del tuorlo d'uovo era assolutamente intenzionale. La ricerca è stata guidata dalla dottoressa Ophélie Ranquet, e i risultati sono usciti sulla rivista Nature communications.

Il tuorlo d'uovo come ingrediente artistico

L'aggiunta del tuorlo d'uovo consente di ottenere colori più vivi e brillanti, nonché una migliore resistenza delle opere all'ossidazione ed all'umidità.

Essiccando, l'uovo crea una patina impermeabile, proteggendo anche dall'ingiallimento. La pittura a olio pone problemi di asciugatura e di legante, e il tuorlo d'uovo può aiutare in tal senso. La quantità di tuorlo può essere dosata, così come gli altri ingredienti usati per i dipinti. L'uovo è stato trovato in opere di Leonardo e Botticelli, ma questa tecnica era conosciuta e utilizzata anche al di fuori dell'Italia, come dimostrato dalle opere di Rembrandt, Dureer e Vermeer.

Utilizzando pigmenti, olio, acqua e tuorlo i ricercatori hanno provato a ricostituire la ricetta dei colori utilizzati dai maestri rinascimentali, dimostrando che aggiungere l'uovo è una modalità di regolazione della risposta della vernice all'invecchiamento. Lo studio è stato avallato da Maria Pia Colombini, docente di chimica analitica all'Università di Pisa.

Colombini sottolinea l'importanza di tale ricerca per la comprensione della storia dell'arte, per il restauro e la conservazione delle opere.

Le due ipotesi

Le fonti scritte sull'utilizzo del tuorlo d'uovo nella pittura sono scarse. Due ipotesi sono state avanzate in merito. La prima sostiene che gli artisti fossero gelosi del loro segreto, al punto tale da non averne lasciato tracce scritte. La seconda ipotesi, invece, sostiene che tale tecnica fosse all'epoca molto conosciuta e di comune utilizzo, e quindi non richiedesse particolari descrizioni o istruzioni. A favore di questa seconda teoria c'è l'indicazione contenuta nel Libro dell'Arte del fiorentino Cennino Cennini, di poco antecedente a Leonardo, che suggerisce appunto l'uso del tuorlo d'uovo da aggiungere ai pigmenti. Questa tecnica potrebbe perciò essere parte del bagaglio dell'esperienza e dei "trucchi del mestiere" dei pittori dell'epoca.