In attesa dell'uscita di "Dunkirk", in sala fra pochissimi giorni, oggi vogliamo proporvi dieci film da recuperare o rivedere se, da fan di Nolan quali siete, avete già finito da un pezzo di guardare le altrettante pellicole del regista di "Interstellar".
Trame poco lineari, finali ambigui, ambiguità morale dei protagonisti, illuminazione espressiva, effetti digitali e pratici, vendetta, rabbia, colpa...i film di Christopher Nolan non mancano mai di presentare diverse combinazioni di questi elementi. Ecco allora per voi una lista di film che vi ricorderanno il vostro beniamino, e che hanno segnato e influenzato il regista stesso nella sua carriera.
2001: Odissea nello Spazio, 1968
Il capolavoro di fantascienza del 1968 firmato Stanley Kubrick è basato su un soggetto di Arthur C. Clarke, che ha poi tratto dalla sceneggiatura un romanzo dal titolo omonimo. La pellicola è stata giudicata di rilevante significato estetico, culturale e storico, e inserita nella lista di film preservati nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Di tutti i film che hanno influenzato l’epica opera di Nolan, "Interstellar", "2001: Odissea nello Spazio", è di gran lunga il più ovvio. Mentre la motivazione dell’incursione umana nello spazio potrebbe essere diversa, le implicazioni metafisiche sono relativamente vicine tra le due pellicole.
"Interstellar" è stato descritto da alcuni come un remake più mainstream e ottimistico della pellicola di Kubrick, sebbene sia probabilmente una definizione semplicistica.
Da un punto di vista visivo, l'approccio di Nolan agli effetti mostra una grande continuità con Kubrick, rafforzando la sua adesione a effetti pratici rispetto a immagini generate al computer.
Lo stesso Nolan ha infatti definito il suo lavoro come: "Il primo film che ho realizzato dove l'esperienza visiva del film è fondamentale per il pubblico". In questo senso, il regista britannico dimostra una certa vicinanza con Kubrick, che ha cercato di produrre "il Cinema puro" che trascende le convenzioni di narrazione cinematografica.
Koyaanisqatsi, 1982
Senza trama né dialogo, "Koyaanisqatsi" è un documentario del 1982 diretto da Godfrey Reggio che apre la trilogia qatsi, comprendente anche "Powaqqatsi" (1988) e "Naqoyqatsi" (2002). Si tratta di un collage di vari filmati, spesso accelerati o rallentati, una mostra cinematografica di tutto ciò che esiste e vive sul pianeta.
Mentre gran parte dell'industria cinematografica è entrata ormai nella frenesia di arrivare ad una piena transizione al digitale, alcuni tenaci produttori ancora insistono sulla conservazione della pellicola cinematografica come mezzo primario per la visione sul grande schermo. Nel dibattito tra pellicola e digitale, Christopher Nolan è saldamente fisso nel primo schieramento.
Guardando "Koyaanisqatsi" di Godfrey Reggio, è impossibile non pensare alle sequenze IMAX di "Il Cavaliere Oscuro" e "Il ritorno del Cavaliere Oscuro".
Come difensore della pellicola, non sorprende che Christopher Nolan dimostri una grande ammirazione per "Koyaanisqatsi", e che lo definisca come un documento dei più grandi sforzi e fallimenti dell'umanità. Il film di Reggio corrisponde all'altrettanto ambizioso tentativo del regista di immaginare le forze e le debolezze dell'uomo nell'universo immaginario di "Interstellar".
La Sottile Linea Rossa, 1998
Tratto dall'omonimo romanzo del reduce di guerra James Jones (1962), "La sottile linea rossa" (The Thin Red Line) è stato diretto nel 1998 da Terrence Malick, alla prese con il suo terzo lungometraggio.
Nominato per diversi Oscar nel 1999 e pluripremiato in tutto il mondo, il lungometraggio vanta un cast eccezionale di grandi nomi che accettarono ruoli secondari pur di prendere parte al progetto. Nel film, infatti, troviamo Sean Penn, Adrien Brody, Jim Caviezel, Jared Leto, George Clooney, John Travolta, Nick Nolte, John Cusack e Woody Harrelson.
Uscito nello stesso periodo di "Salvate il Soldato Ryan", l’epica di guerra di "La sottile linea rossa" è lontana dallo spettacolo di guerra di Steven Spielberg, e si concentra sui pensieri esistenziali e metafisici della compagnia di fucilieri Charlie a Guadalcanal (Isole Salomone nel Sud del Pacifico) nel 1942. Il reparto dell'esercito statunitense viene mandato alla conquista di un campo d'aviazione giapponese posto in cima ad una collina dell'isola.
Malgrado un rapporto turbolento con il grande pubblico, Terrence Malick è un maestro di indubbio ingegno, ampiamente ammirato dai suoi colleghi. Nolan, in particolare, è un suo grandissimo fan. Riflettendo sull'aspetto del "puro cinema" del film di Malick, Nolan ha sottolineato quanto "La sottile linea rossa" sia efficace oltre le convenzioni del cinema narrativo: "Ha una qualità ipnotica dove il rapporto dello spettatore con l’immagine, e il suono in particolare, crea pura narrativa. La combinazione di immagini creano più emozione dei dialoghi stessi".
The Hit, 1984
Conosciuto in Italia anche con il titolo di "Vendetta", il film è stato presentato nella Quinzaine des Réalisateurs al 37º Festival di Cannes.
Guardando la gemma nascosta di Stephen Frears, è difficile non essere colpiti dalle somiglianze con un altro grande lungometraggio gangster britannico del 2000, "Sexy Beast" di Jonathan Glazer. Entrambi ruotano intorno ad ex gangster che vivono il loro pensionamento nella soleggiata Spagna, ed entrambi sono costretti ad affrontare il loro passato.
Mentre "The Hit" non condivide la regia estremamente stilizzata di "Sexy Beast", entrambi offrono un ritratto analogo di criminali britannici che desiderano staccarsi da un ciclo di violenza ininterrotto.
Tim Roth, John Hurt e Terence Stamp offrono il loro carattere unico ai personaggi che interpretano, mentre Frears rende al meglio la bellezza dei paesaggi spagnoli.
Echi sottili di "The Hit" risuonano nei film di Nolan, in particolare nel modo in cui gli uomini disperati che porta in scena assumono enormi rischi per raggiungere i propri obiettivi, una dinamica evidente soprattutto in "The Prestige".
Zodiac, 2007
Spesso giudicato come uno dei migliori thriller di sempre, "Zodiac" è il sesto lungometraggio diretto da David Fincher, basandosi sui libri di Robert Graysmith, dedicati allo spietato "Killer dello Zodiaco", che negli anni Sessanta e Settanta sconvolse San Francisco. La pellicola è stata presentata in concorso al 60º Festival di Cannes, e conta nel cast tre grandi attori di Hollywood come Jake Gyllenhaal, Mark Ruffalo e Robert Downey Jr.
Il registro della narrazione è peculiare: il killer è quasi sempre fuori scena, ma si vedono le sue lettere e le tracce che questi lascia a poliziotti e giornalisti che seguono il caso.
Per oltre due ore e mezzo si assiste ad un flusso continuo di ragionamenti ad alta voce, con i quali i detective Ruffalo e Edwards e i reporter Downey Jr. e Gyllenhaal cercano di ripercorrere a ritroso tutti gli indizi di cui dispongono per arrivare all'identità dell’assassino.
Per la prima parte del film, "Zodiac" è un docu-drama, in cui i personaggi, quasi sempre seduti, affrontano con freddezza e distacco l’inchiesta. Fincher si diverte a mettere in scena un thriller celato, in cui la tensione e l'efferatezza dell’omicida sono riportati dalle parole e dalle riflessioni dei protagonisti, e dove la paura procede progressivamente senza sosta.
The Illusionist, 2006
Il film di Neil Burger del 2006 è tratto dal racconto breve "Eisenheim The Illusionist", scritto dal vincitore del premio Pulitzer Steven Millhauser.
La pellicola vinse diversi premi, tra cui il National Board of Review Awards come Miglior film indipendente, e il premio alla fotografia e all’attore protagonista Edward Norton ai San Diego Film Critics Society Awards.
Ambientato nell'Impero Austro-Ungarico di fine '800, "The Illusionist" racconta, tra incantesimi e magie, la storia del triangolo sentimentale tra Eduard Abramovitz, un noto illusionista di Vienna, la duchessa Sophie von Teschen, e il principe ereditario Leopold. La sceneggiatura è liberamente ispirata a "Eisenheim, l'Illusionista", un racconto breve di Steven Millhauser, tratto dal libro "Il museo Barnum". Nel 2006, altri due film esplorarono l’affascinante tema della magia: "The Prestige" dello stesso Nolan e "Scoop", firmato da Woody Allen.
Shutter Island, 2010
Il thriller del 2010 diretto da Martin Scorsese basato sul romanzo omonimo di Dennis Lehane, è ambientato negli anni '50 in un istituto mentale confinato su di un'isola, dove una detenuta sembra misteriosamente evasa. Il direttore della struttura, il dottor Cawley (Ben Kingsley) e gli infermieri sostengono che la donna si sia volatilizzata senza lasciare traccia, ma l'agente Daniels (Leonardo Di Caprio) nutre forti dubbi sul dottor Cawley e il medico assistente, il dottor Naehring.
La forma scelta per raccontare questa gothic novel è quella della spirale che accumula passo dopo passo ambiguità, suggestioni, visioni, ricordi, angosce e paranoie.
Seven, 1995
Torna nuovamente Fincher con il suo acclamato film del 1995.
Il lungometraggio è interpretato da Brad Pitt, Morgan Freeman e Kevin Spacey; una perla che non può mancare nella lista di nessun cinefilo. La pellicola si aggiudicò innumerevoli candidature - tra cui quella all’Oscar per il miglior montaggio - e premi, tra cui l’Empire Award per il miglior film e miglior attore a Freeman nel 1997.
Tratto da un romanzo di Andrew Kevin Walker, "Seven" racconta delle investigazioni su un serial killer che uccide ispirandosi ai sette peccati capitali. Incaricati delle indagini sono il giovane e insofferente detective David Mills (Pitt) e il vecchio e metodico William Somerset (Freeman).
Insomnia, 1997
Nel 2002, Nolan ha diretto un omonimo film con Al Pacino, Robin Williams e Hilary Swank, riproponendo questo titolo norvegese del 1997 firmato da Erik Skjoldbjærg.
Nella remota città norvegese di Tromsø, dove ci sono 24 ore di luce, l'investigatore svedese Jonas Engström viene chiamato per risolvere un caso speciale e indagare sull’omicidio di una giovane ragazza assieme al collega Vik. Provato dalla mancanza di sonno, l'investigatore commette un terribile errore umano che gli si ritorce contro, favorendo l'assassino che sta cercando.
Meno celebre del suo rifacimento hollywoodiano, ma certamente degno di nota, "Insomnia" prolifera nell'ambiguità morale dei suoi personaggi, realizzando un noir illuminato dal sole di mezzanotte e immerso nella nebbia.
Irrèversible, 2002
E per concludere, il film scandalo della 55^ edizione del Festival di Cannes: "Irréversible" è un horror-drammatico (ma la sua definizione dovrebbe includere anche altri aggettivi…) del 2002 scritto e diretto da Gaspar Noé che, alla sua seconda opera, riuscì a far abbandonare la sala ad un buon numero di spettatori, causando proprio quell'effetto shock che aveva ricercato.
Interpretato dalla coppia Vincent Cassel (Marcus) e Monica Bellucci (Alex), "Irrèversible" ebbe più fortuna in Svezia, dove quell'anno si aggiudicò il "Cavallo di Bronzo" allo Stockholm Film Festival.
Terminato il party a cui ha partecipato, Marcus scopre per strada il tumefatto viso di Alex, la sua ragazza, assieme ai paramedici accorsi nel sottopassaggio dove si trovava la donna. Molto controverso e violento, il film è spesso stato paragonato a pellicole come "Memento", "Peppermint Candy" e "Betrayal" per la tecnica di cronologia inversa adottata. Potremmo definire il tema principale del film di Noè il piacere, un tema qui esplicitato in crude scene di violenza sessuale e omicidio.