Uno dei sogni più ricorrenti, secondo la psicoanalisi di Sigmund Freud, è quello di cadere nel vuoto. Una spaventosa sensazione che un po' tutti abbiamo sperimentato, ma che Brad Guy conoscerà sicuramente meglio di tutti. Questo ragazzo australiano è infatti miracolosamente sopravvissuto a un volo pazzesco, precipitando da un'altezza di 4.500 metri, e schiantandosi a terra all'assurda velocità di 80 Km orari, a causa della mancata apertura dei paracadute.

Sono passati quattro anni

I fatti risalgono al 1° agosto del 2013, ed è successo nei dintorni di Melbourne, in Australia.

Brad si è lanciato da 4.500 metri, l'altezza massima che in quella bellissima giornata invernale e in quel determinato momento avesse potuto scegliere. Non era solo però, era insieme a Bill, amico e istruttore di lancio, con il quale aveva parlato molto a lungo prima di fare quel fatidico salto nel vuoto. Addirittura scherzando con lui, ha persino detto: "speriamo che il paracadute si apra". Un macabro "black humour", visto quanto sarebbe accaduto dopo. D'altra parte, si dice che la sfortuna si attiri, no?

Brad ha voluto raccontare la sua terribile esperienza durante un'intervista: dalla paura in attesa del lancio ai primi secondi in volo; dalla scarica di adrenalina al pensiero della morte certa.

"È stato tutto pazzesco", ha rivelato.

Il tremendo incidente

Mentre erano in aria, Brad si sarebbe aspettato una forte spinta provocata dall'apertura del primo paracadute. Ma quando ha percepito l'ansia dell'amico istruttore nel maneggiare l'attrezzatura, ha capito con una certa angoscia che qualcosa non stava andando per il verso giusto.

In effetti, voltandosi, ha notato i due paracaduti fluttuare senza che fossero aperti. Il panico ha cominciato a prendere il sopravvento, ma la solida esperienza di Bill li ha aiutati a mantenere sia una certa calma che la giusta posizione. Guy ha assicurato che la consapevolezza di dover morire svuota la mente, e che in quei momenti si è scusato con i propri cari.

"All'improvviso tutto sembrava più chiaro, più vicino", ha raccontato Brad. I due paracadutisti sono stramazzati a terra, legati insieme. Tuttavia, il caso ha voluto che entrambi si siano schiantati su un terreno morbido a ridosso di un laghetto che si trovava in un campo da golf.

La convalescenza

Secondo il racconto di Brad, la prima notte in ospedale è stata infernale, tra antidolorifici a volontà e panico. Appena chiudeva gli occhi si rivedeva cadere nel vuoto. Temeva di non potersi più muovere e di essersi rotto la spina dorsale ma, fortunatamente, dopo quattro mesi dal terribile impatto è riuscito a riprendersi completamente e a camminare di nuovo.

Oggi Brad Guy prosegue le cure con un fisioterapista e uno psicologo. In futuro vorrebbe aiutare le persone che hanno subito traumi.