Che il mondo gira al contrario è ormai un dato di fatto. Ma che il mondo sia abitato da gente che lo fa muovere nel senso sbagliato è la più cruda e cruenta verità. Ecco, dunque, formulate le prime due tesi fondamentali per confermare che si è sempre pronti a puntare il dito. Nei tempi passati vigeva la suddivisione della popolazione in patrizi e plebei, nobili e terzo stato. Gli uni potevano tutto, gli altri non potevano nulla; gli uni desideravano e ottenevano ciò che era il loro desiderio, gli altri volevano ma non potevano avere; gli uni potevano sfoggiare capi d'abbigliamenti di lusso, gli altri avevano addosso degli stracci; gli uni si avvantaggiavano dell'istruzione, gli altri restavano analfabeti.

In primis perché era loro vietato saper leggere e scrivere e, in secondo luogo, perché non avevano i mezzi e i soldi necessari affinché potessero pareggiare i ricchi, almeno sul fronte culturale. E così, disinformati, erano a conoscenza soltanto di ciò che li vedeva direttamente coinvolti. Del resto del mondo non sapevano assolutamente nulla. Andò avanti per molto tempo. E in numerose città, in parecchi Stati.

E oggi?

Quando poi si giunse ad una sorta di uniformità, quando tutti, in un modo o nell'altro, poterono finalmente godere dei propri diritti, quando finalmente poterono festeggiare la libertà ottenuta, ecco che il modo di apprendere, il modo di vivere, il modo di rapportarsi tanto con gli individui quanto con tutto ciò che avevano a disposizione cambia notevolmente.

Nascono i Social Network: sul podio, Facebook, fondato da Marck Zuckerberg nel 2004, seguito da Twitter, creato dalla Obvious Corporation di San Francisco nel 2006.

Dopodiché, la Tecnologia si fa sempre più interessante e trainante con l'affermarsi sul mercato degli smartphone, della messaggistica istantanea e, piano piano, il formato cartaceo subisce una drastica riduzione, carta e penna scompaiono quasi del tutto ed ecco che ci ritroviamo in questi tempi ultramoderni dove sembra che molte cose si sono ormai perse di vista: rapporti meramente virtuali.

Perfetti sconosciuti

Prendiamo, ad esempio, in considerazione il film commedia diretto da Paolo Genovese in collaborazione con Giuseppe Battiston, uscito nelle sale lo scorso anno, Perfetti sconosciuti. Un film incentrato, appunto, sul ruolo degli smartphone in questi tempi, con tutte le conseguenze. Eva e Marco invitano a cena i loro amici di sempre e discutono di una coppia che si era mollata per via di alcuni messaggi sul cellulare.

La proprietaria di casa propone, allora, di porre tutti i telefonini sul tavolo e svelare i contenuti di tutte le comunicazioni: sarà l'occasione per scoprire i segreti di tutti.

A Camogli, dal 7 al 10 settembre, si terrà la quarta edizione del Festival della Comunicazione, un'idea nata da Umberto Eco e diretto da Rosangela Bonsignorio e Danco Singer, con la facoltà di seguire gli appuntamenti in streaming sul sito. Sarà trattato il tema delle Connessioni che coinvolge ogni aspetto della nostra vita: sociale, emotivo, economico, scientifico. Perciò, anche storia, filosofia, letteratura e arte saranno al centro della discussione. Tutto ciò per far capire l'intima e straordinaria connessione esistente fra mondi totalmente diversi e lontani.

La cultura ai tempi di Internet

Ecco, allora, che il modo di acculturarsi e di fare cultura, il modo di informare e di informarsi subisce delle radicali trasformazioni. Certo, invece del Quotidiano cartaceo, si preferisce far scorrere il dito sullo schermo comodamente seduti sul divano. Già! Ma su quali siti? Come? Esistono centinaia di migliaia di siti, di pagine che permettono di essere informati sulle ultimissime news sia in Italia che nel resto del mondo, ma bisogna vedere se sono parole a cui si presta attenzione oppure no, se sono parole in grado di catturare l'interesse oppure no, se sono parole che si guadagnano un click o il cui titolo viene letto distrattamente.

Eppure, sui Social Network regna la legge dell'indifferenza.

Non si tratta di criticare, giudicare o fare la morale, ma di una mera riflessione. Stati su Facebook o su Twitter che contengono battute (magari per sdrammatizzare) ricevono molti più like rispetto, per esempio, ad un articolo che tratta un argomento attuale. Così, si cade nell'oblio prima ancora di ottenere una certa visibilità. Il mondo è bello perché vario, certo, e c'è ancora qualcuno che si differenzia dalla massa in questo mondo dove la cultura (che sia di politica, di storia o letteratura) è sempre più relegata ai margini. Voi cosa ne pensate?