Si sa, ogni lingua ha la sua dignità e ogni lingua è viva, cioè cambia repentinamente quasi senza che le persone che la parlano se ne accorgano. Questo accade per tutte le lingue ancora utilizzate (non può accadere di certo per il latino, ad esempio), siano esse idiomi nazionali o dialetti locali. Tra questi ultimi c'è il salentino, parlato soprattutto in provincia di Lecce e Brindisi, che può contare oltre 1 milioni di parlanti.
Il salentino è conosciuto dagli studiosi come "dialetto estremamente meridionale"; ben diverso dai dialetti di Bari, Foggia, Napoli, Matera, Potenza e molto simile al siciliano.
Conosciuto anche nel resto d'Italia, il dialetto leccese è apprezzato per i suoi suoni forti, ma che sanno essere anche molto dolci. Ebbene, anche il salentino (parlato ancora tanto nel leccese) ha subito dei cambiamenti evidenti nel corso degli anni e ci sono dei vocaboli che ormai sono caduti in disuso.
Salento, 5 parole che ormai non si usano più
Tra queste parole, ce ne sono 5 che vi faranno sorridere certamente, perchè magari non avete idea di cosa rappresentino o perchè le avrete sentite pronunciare da qualche vostro parente più grande in qualche occasione in passato. Ecco le 5 parole ormai non più usate:
- Patane: questo termine è ormai caduto nel dimenticatoio nelle zone limitrofe a Lecce, ma è ancora utilizzato nel Sud- Est della penisola salentina (Otranto, Martano, Uggiano la Chiesa,...). Indica le cosiddette patate americane o patate dolci che nel Salento sono prodotte e consumate tanto nel periodo autunnale. Uno dei piatti più famosi in cui si usano le "patane" è quello delle "patate zuccherine", nel quale le stesse patate vengono fritte e cosparse di zucchero.
- Creapopulu: quando un uomo voleva restare in intimità con la sua donna, non poteva che mandare i figli alla bottega (in assenza di tecnologia, televisione o computer), per prendere "nu chilu de creapopulu". Un oggetto che in realtà non esiste.
- Scancata: adesso questa parola viene utilizzata per indicare una persona che è caduta, ma in passato era utilizzato per indicare una persona di facili costumi. Letteralmente, infatti, significa "con le gambe aperte".
- Sciacquatienti: è un termine dell'antichità (ma ancora oggi usato in alcune zone) per indicare uno schiaffo molto forte. "Te minu nu sciacquatienti" (trad. "ti dò uno schiaffo") detto dal padre arrabbiato, era una minaccia che faceva tremare le gambe ad ogni bambino del passato.
- Capasa: questa parola indica un contenitore di terracotta molto grande che era usato quando non esistevano i frigoriferi. In questo contenitore era possibile isolare il cibo, il quale non subiva sbalzi di temperatura.