Ogni anno la paura delle vipere condanna a morte molti altri animali la cui unica colpa è quella di non avere le zampe: biacchi, saettoni, colubri, bisce e natrici vengono uccisi perché scambiati per vipere. Eppure sono tutti serpenti non velenosi e assolutamente innocui per l'essere umano. In alcuni casi anche orbettini e luscengole vengono uccisi perché confusi con i serpenti (e in realtà sono delle lucertole!).

"Ho visto un serpente e non sapevo se fosse velenoso, così l'ho ucciso". Si può davvero giustificare con l'ignoranza l'uccisione di animali, per di più protetti dalla legge?

E anche se si fosse in grado di distinguere una vipera da un altro serpente, sarebbe davvero necessario ucciderla?

Le vipere in Italia, conoscere per tutelare

Vero è che le vipere sono gli unici serpenti velenosi presenti in Italia e con l'arrivo della primavera, stagione degli amori, le possibilità di incontrarle sono certamente più alte.

Nella nostra penisola esistono quattro specie di vipera ben note e una meno conosciuta: la vipera comune (Vipera aspis), la vipera dal corno (V. ammodytes), il marasso (V. berus), la vipera dell'Orsini (V. ursinii) e la vipera dei Walser (V. walser), tutte appartenenti alla famiglia Viperidae.

  • La vipera comune è un serpente diurno generalmente di dimensioni comprese tra i 60 e i 75 cm. In Italia è diffusa su tutto il territorio tranne che in Sardegna, dal livello del mare fino a 2800 m di quota. Si trova in ambienti molto vari, dalle pietraie delle Alpi alle aree costiere, sia in zone umide che secche. Utilizza muretti e siepi ma si trova anche in aree suburbane e agricole. Generalmente è molto schiva ed è velenosa anche per l'uomo, potenzialmente letale se le cure tardano ad arrivare. È classificata come specie LC (minor preoccupazione) nella lista della IUCN ed è elencata nell'appendice III della Convenzione di Berna (convenzione sulla conservazione della vita selvatica e dell'Ambiente naturale in Europa, 1979).
  • La vipera dal corno è una delle specie di vipera più grandi, arrivando fino a un metro di lunghezza. Morde di rado ma il suo veleno è forte se pur raramente letale per l'uomo. In Italia è diffusa nelle regioni a Nord-Est, dai 20 ai 1700 m di quota ed è legata ad ambienti con substrato roccioso. È classificata come specie LC nella lista della IUCN. È presente in appendice III della Convenzione di Berna, in appendice IV della Direttiva Habitat (Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, 1992) ed è protetta dalla legislazione nazionale.
  • Il marasso. Nonostante si tratti di una specie non mordace, il suo morso può essere doloroso per l'uomo e velenoso seppur raramente letale. In Italia è presente sull'arco alpino tra 1000 e 2500 m in ambienti aperti d'alta quota: pietraie, praterie, pascoli e arbusteti. La si può trovare anche in boschi radi. È classificata come specie LC nella lista della IUCN e in Italia è tutelata nelle aree protette.
  • La vipera dell'Orsini è anch'essa una specie diurna e molto schiva. Il suo veleno provoca forti dolori ma non è mortale per l'essere umano. La valutazione dello stato di conservazione nella lista IUCN è Vulnerabile (VU) a causa del ridotto areale di distribuzione e del basso numero di individui probabilmente inferiore ai 10000. In Italia è presente sui Monti Reatini, Monti della Laga, Montagne della Duchessa, Velino, Gran Sasso, Majella e parte del Parco Nazionale d'Abruzzo a quote comprese tra i 1350 e 2300 m. Questa specie è presente nell'appendice II, IV della direttiva Habitat (92/43/CEE), in appendice II della CITES ed è protetta da numerose leggi regionali e regolamenti delle aree protette.
  • La Vipera di Walser è stata descritta agli inizi del 2016 da un gruppo di biologi italiani ed europei ed è per questo meno conosciuta rispetto alle altre specie. È stata osservata in Italia solo sulle Alpi occidentali. Era stato proposto il suo inserimento nella lista della IUCN con lo status di "globalmente minacciata" (globally endangered).

Uccidere le vipere è un danno per l'ecosistema

La maggior parte di questi serpenti hanno un'alimentazione basata su invertebrati o piccoli mammiferi ed è bene ribadire che sono animali decisamente fondamentali per l'ecosistema.

Molte vipere si nutrono di roditori come topi e ratti. Sono abili predatori e la loro azione impedisce alle loro prede di proliferare in modo incontrollato. Si capisce bene come ucciderli possa avere impatti negativi non solo sull'ecosistema stesso, ma anche di ordine sanitario (dato che i roditori sono vettori di numerose malattie) e sull'agricoltura.

C'è da ribadire inoltre, che essendo il loro veleno destinato ad animali di piccola taglia sono animali per lo più innocui per gli esseri umani. Il veleno potenzialmente inoculabile dai loro denti veleniferi, infatti, non viene iniettato in una dose tale da poter uccidere una persona adulta che si trovi in buono stato di salute.

Certamente più a rischio possono essere i soggetti a reazioni allergiche, bambini o anziani.

Cosa fare in caso di morso?

L'uomo costituisce un pericolo per i serpenti (e pensare che tanti pensano sia il contrario!) e per difendersi dalla nostra presenza, in alcuni casi anche le vipere possono mordere. È già stato detto che il loro morso può essere doloroso ma solo in rarissimi casi letale. In un articolo riportato sulla rivista italiana online "Scienze-Naturali" è stato stimato che dal 1870 ad oggi (dunque in circa 150 anni) oltre 80 mila persone siano state morse da serpenti appartenenti alla famiglia Viperidae ma di questi solo un centinaio siano effettivamente morte. Facendo un rapido conto significa che il veleno delle vipere è mortale nello 0.125% dei casi.

Una percentuale discretamente bassa, non credete? Soprattutto se paragonata, a titolo di confronto, con i decessi causati ogni anno da una semplice influenza che, per esempio, nel 2016 hanno raggiunto quota 15-18 mila morti.

In ogni caso meglio non rischiare e per evitare di essere morsi è bene seguire delle semplici regole:

  • in caso di incontro, non disturbare il serpente e non tentare di ucciderlo;
  • evitare di camminare tra la vegetazione a piedi nudi o con scarpe basse (è preferibile indossare scarponcini alti e calze spesse per le passeggiate in campagna o montagna);
  • prima di sedersi sull'erba utilizzare un bastone per frugare tra la vegetazione;
  • non appoggiarsi su tronchi ricoperti di foglie o pietraie;
  • non appoggiare le mani su muretti alti o pendii celati alla vista.

Se nonostante queste piccole accortezze veniste malauguratamente morsi da una vipera, niente panico, avrete tutto il tempo necessario per andare al pronto soccorso, ma è bene farlo comunque il prima possibile.

  • in caso di morso agli arti superiori è bene togliere anelli, orologi e bracciali perché il veleno iniettato può provocare gonfiore;
  • bere molta acqua ed evitare assolutamente l'uso di alcolici;
  • lavare abbondantemente con acqua (o acqua ossigenata) la ferita;
  • fasciare la ferita e la parte del corpo coinvolta con un panno, o una garza, non troppo stretto;
  • non incidere la ferita e non succhiare assolutamente il sangue con la bocca, pratica inutile e rischiosa anche per il soccorritore;
  • essenziale è mantenere il più possibile la calma, lo stato di agitazione potrebbe accelerare il battito cardiaco e quindi permettere al veleno di entrare in circolo più velocemente.

Concludiamo ribadendo nuovamente che tutti i rettili autoctoni sono protetti dalla legge in tutte le regioni italiane e ucciderli costituisce pertanto un reato oltre a rappresentare un problema ecologico e, perché no, anche etico.