Michelangelo, Leonardo e Caravaggio sono alcuni tra i diamanti più preziosi del diadema artistico italiano a cui tutto il mondo si inchina con riverenza. "Genio" è un termine inflazionato, spesso affibbiato a personaggi di talento che però non possono assurgere allo status che invece caratterizza i tre artisti che hanno consegnato i propri nomi all'eternità. Ognuno con le proprie caratteristiche, ognuno alle prese con una personalità difficile, spesso spigolosa, quasi sempre ruvida e talvolta violenta, soprattutto nel caso del pittore lombardo.
Quindi?
Quindi proviamo a ricollocare il giusto significato alla parola "genio" sfogliando una delle caratteristiche nascoste di Michelangelo.
Scusate, ma in realtà sarei mancino!
Un artista mancino, operante nel contesto clericale nell'epoca rinascimentale - come spiega l'esperto di medicina nell'Arte Davide Lazzeri - sarebbe stato certamente oggetto di pregiudizi, o peggio avrebbe potuto vedere diminuire le possibilità di proporre la propria arte. La cosa assurda è che con ogni probabilità Michelangelo abbia dovuto utilizzare la mano debole, quindi la destra, nelle opere pittoriche in cui serviva la precisione, ma non certo la forza. Se per una persona "normodotata" è difficile pensare di poter scrivere anche solo il proprio nome in una grafia comprensibile utilizzando l'altra mano, diventa davvero impensabile come sia stato possibile dar vita ad alcune creazioni per cui si sono sprecati i superlativi nel corso dei secoli, incredibile!
La scoperta
Si tratta di uno studio da parte di Davide Lazzeri apparso sul portale Clinical Anatomy che risalirebbe all'artrite degenerativa della mano sinistra di Michelangelo che utilizzava nei lavori in cui serviva maggiore energia come scolpire grossi blocchi di marmo per estrarre frammenti di infinita e sublime genialità come il David o la Pietà oppure nell'azione di cesellare.
I dipinti però, come emerge dall'analisi del tratto e come suggerisce lo stesso Lazzeri dopo gli studi effettuati nel 2016, vennero alla luce con la mano destra. Questa nuova teoria, in effetti, ha un riscontro storico nella biografia di Raffaello da Montelupo, architetto e scultore dell'epoca, ma soprattutto assistente del Buonarroti, che già aveva sottolineato questa peculiarità del maestro che lo rende ancora più grande.
Quando c'è la salute...
La salute dell'artista è stata spesso al centro delle discussioni di storici e biografi in quanto il Giudizio universale che vive nella Cappella Sistina avrebbe peggiorato in modo importante il suo stato di salute per le difficili condizioni a cui era sottoposto per lungo tempo nel creare un'eccellenza del genere umano. Il sacrificio che ha contraddistinto la vita di Michelangelo in termini di salute per potere liberare la propria creatività è stato davvero importante, oggi di quel sacrificio possiamo solo respirarne la bellezza ed apprezzarne il genio.