Quota 100 e quota 41 per ora sono solo misure ipotetiche essendo frutto solo delle indiscrezioni che provengono dalle stanze di Governo. Ancora niente di sicuro per quanto concerne la riforma previdenziale che il Governo Conte sembra intenzionato ad avviare. Forse quota 100 potrebbe nascere con la prossima Legge di Bilancio, per poi entrare in vigore nel 2019. Quota 41 invece slitterà agli anni successivi. Tutte misure che servirebbero per anticipare l’uscita dal lavoro e quindi l’ingresso nel mondo delle Pensioni. Entrambe però hanno delle controindicazioni, perché sono misure che sembrano indirizzate verso lavoratori che hanno carriere lavorative piuttosto lunghe e continue.

Per entrambe infatti, 30 anni di contributi non basterebbero. La soglia dei 30 anni di versamenti però permette anche oggi ed anche in base alle attuali normative, di accedere a particolari misure previdenziali di quiescenza anticipata.

Pensione anticipata

La carriera lavorativa oggi appare sempre di più precaria perché trovare lavoro stabile è sempre più difficile. Molti lavoratori si trovano ad aver superato i 60 anni di età, ma con non più di 30 anni di contributi versati. Tutti soggetti che sarebbero tagliati fuori dalle novità in cantiere e che dovrebbero aspettare ancora molti anni per la pensione (la vecchiaia nel 2019 sale a 67 anni di età). Esistono però ancora oggi alcune scorciatoie per questi lavoratori.

Una possibilità di pensionarsi anticipatamente è la pensione anticipata contributiva che si centra con 63 anni e 7 mesi fino al 31 dicembre 2018. Servono “solo” 20 anni di contribuzione versata purché al 31 dicembre 1995 non se ne siano accumulati più di 18 e se dal 1996 in avanti ne siano stati versati almeno 5. Una cosa da sapere però è che la pensione viene erogata solo se l’assegno che si andrà a percepire è superiore a 2,8 volte il minimo.

Servono solo 20 anni di contributi e almeno 65 anni e 7 mesi per la pensione in regime di totalizzazione. Chi ha versamenti effettuati in più gestioni può raggrupparli in una sola, gratuitamente ed ottenere la pensione un anno prima di quella di vecchiaia.

Deroga Fornero e usuranti

Il Salvacondotto, o deroga Fornero come comunemente viene chiamata è una scorciatoia lasciata vigente proprio dall’ultima riforma previdenziale, quella del Governo Monti.

La misura permette di pensionarsi con già 20 anni di contribuzione versata, ma solo per le donne che hanno compiuto 60 anni entro la fine del 2012. Per gli uomini invece va centrata innanzitutto la quota 97,6 e poi bisogna avere 35 anni di contributi sempre a fine 2012. La pensione con il salvacondotto si centra a partire a 64 anni di età. Esiste infine la pensione anticipata per chi svolge lavori particolarmente faticosi e pesanti (usuranti), oppure di notte per almeno 64 giornate lavorative all’anno. Se queste attività sono state svolte per la metà della vita lavorativa o per 7 degli ultimi 10 anni, si può accedere alla pensione con 61,7 anni di età, ma in questo caso 30 anni di contributi non bastano, essendone necessari almeno 35.