Martina Attili giovanissima cantante romana di soli sedici anni presenterà questa sera a X- Factor un brano i dal titolo "Cherofobia". Anche se non si tratta di una prima assoluta, in quanto il brano è stato presentato al pubblico per la prima volta circa due mesi fa. La giovane cantante romana è considerata, infatti, un vero e proprio fenomeno. Classe 2002, come dice lei stessa in una recente intervista, è cresciuta a "pane, acqua e Renato Zero". La giovane cantante romana ha avuto anche delle brevi esperienze televisive avendo recitato in alcune fiction come "Che Dio ci aiuti" e "L'onore e il rispetto".
E' anche molto popolare sui Social, in particolare su Instagram. E dal punto di vista sentimentale risulta essere ancora single. Ma veniamo alla curiosità suscitata dalla fobia che ha dato il titolo alla sua canzone.
Si tratta, in effetti, di un particolare tipo di fobia ancora poco studiata. Infatti, per molti psicologi e psichiatri non dovrebbe rientrare neanche nel novero delle malattie mentali. D'altra parte, fino alla presentazione della canzone nel noto talent show non aveva suscitato l'interesse di un vasto pubblico. E, attualmente, non sono noti dati scientifici certificati circa la sua diffusione e differenziazione tra i vari generi. Quindi non sappiamo, attualmente, se ne soffrono maggiormente gli uomini o le donne.
Cos'è la Cherofobia
Il testo della canzone della sedicenne cantante romana recita, in parte: "Questa è la mia cherofobia, fa paura la felicità". E, in effetti, in questo verso è racchiuso il significato recondito di questo termine che, come molti altri della nostra stupenda lingua italiana, deriva dal greco antico. Tutti sappiamo infatti che "fobia" significa, dall'antico greco, letteralmente "paura".
Ma ciò che molti di noi non sapevano o non ricordavano, quanto meno, è l'etimologia della prima parte della parola: "chero". In effetti, esso deriva da un verbo greco, chairo, che letteralmente vuol dire "rallegrarsi, essere felici". In pratica, la Cherofobia sarebbe la paura di essere felici, o meglio il timore che un evento di per sé positivo possa portare a delle conseguenze impreviste ed imprevedibili che fanno soffrire.
L'importanza del retaggio e del retroterra culturale
Da un punto di vista strettamente medico non viene considerata una malattia mentale, quanto piuttosto un atteggiamento negativo verso tutto quello che potrebbe rendere la persona felice e soddisfatta della sua esistenza.Tale atteggiamento negativo, come spiegano gli addetti ai lavori, può derivare dal proprio retaggio culturale o anche dalla mera superstizione. Infatti, molti di coloro che soffrono di questa particolare fobia temono che quando si verifica un evento felice nell'arco della propria vita si debba subire una sorta di contrapasso. In pratica, si soffre perché si rimane nell'attesa di un evento negativo (che potrebbe anche non verificarsi mai) come punizione per la felicità goduta in precedenza.