Ecco l'informatizzazione delle PA italiane cosa porta: esiste una legge che permette di avere 300 euro al mese da spendere per la baby sitter o per l'asilo per le madre lavoratrici dopo la maternità e le donne italiane non lo sanno (si presume questo sia il motivo) e non fanno domanda. Questo quanto è successo l'anno passato con i voucher baby sitter introdotti dalla legge Fornero, il motivo della mancata richiesta pare sia palese a tutti: la solita macchina burocratica italiana, complicata da nuove modalità solo ed esclusivamente on line e che presumono ricerche e troppo impegno per informarsi dei cittadini già fin troppo pieni di scadenze.

Tale somma a sostegno delle donne lavoratrici madri è stata introdotta dalla legge Fornero n. 92 del 2013, si tratta di un incentivo dedicato alle donne che tornano al lavoro subito dopo la maternità (spesso va detto per motivi di lavoro rinunciano a diventare mamme, nonostante le leggi esistenti, perché lo stato di diritto a confronto con lo stato di fatto oggi ha un abisso di distanza). Il congedo parentale, cioè il periodo di sei mesi con retribuzione al 30% dopo i cinque mesi di assenza obbligatoria per il puerperio nella stragrande maggioranza dei casi non è richiesto, le neo-mamme tornano a lavorare o addirittura rimandano eventuali gravidanze per lavorare, quindi quello che spesso viene detto delle lavoratrici delle PA non corrisponde a realtà, ci sono anche grandi rinunce che spesso non sono apprezzate e persone coscienziose che lavorano con impegno.

I buoni lavoro per pagare l'asilo o la baby sitter, che le donne avrebbero potuto richiedere, sono del valore di 300 euro al mese per sei mesi, in tutto 1.800 euro. Per finanziare i voucher sono stati messi a disposizione 20 milioni di euro nel 2013, a sostegno di 11 mila donne, ma sono state prodotte solo 3.762 domande e spesi solo il 37% dei fondi, la spiegazione che si sono dati i ministri è che "l'iter per riuscire a ottenere i fondi troppo complicato e poco pubblicizzato".

Intanto altri 20 milioni sono già stanziati sia per il 2014 e il 2015.

Gli asili accreditati presso l'Inps dove è possibile spendere i voucher sono pochi, la richiesta in più andava fatta via Internet, in un periodo di tempo relativamente breve dal 1 al 10 luglio 2013. Molto spesso ci sono sostegni che il cittadino non sa neanche che esistono ecco perché l'informatizzazione sta dimostrandosi inefficace, riduce solo in parte la fatica, spesso andare ad uno sportello e chiedere a una persona che svolge il compito che molti italiani non sono capaci di fare è molto meglio che entrare in un sito e provare a fare ricerche e procedure sconosciute.

Il 2014 rimane un'incognita, sul sito Inps non ci sono novità, molte Regioni hanno provveduto con bandi propri del bonus bebè. Si rimane vigili in attesa di novità ma allo stato delle cose l'iter rimane ancora un'incognita anche per esperti di computer.