Gli abusi e le violenze sui bambini lasciano sempre sgomenti e con una sensazione di rabbia, ancor di più se a commetterle è stato un genitore, la persona nei cui confronti il bambino nutre la massima fiducia, la persona che dovrebbe amarli e proteggerli da tutto e da tutti. Questa volta è successo a una bambina del Paraguay, di soli 10 anni. Il patrigno, Gilberto Benitez Nunez, di 42 anni, è accusato di abuso sessuale, ma è al momento latitante. E' stato disposto l'arresto anche della madre, accusata di complicità e di aver fornito dati falsi sul suo compagno.

La bimba era stata accompagnata dalla madre in ospedale qualche settimana fa perché accusava dolori fortissimi allo stomaco, pensando potesse trattarsi di tumore addominale, ma quando l'ecografia ha rivelato che era al quinto mese di gravidanza, la piccola ha confessato che l'autore dell'abuso era il suo patrigno. Una storia questa che ha profondamente scosso e commosso il Paraguay, un paese in cui l'aborto è legale solo se la vita della futura mamma è in serio pericolo.

Il dottor Ricardo Oviedo, direttore del reparto maternità, ha spiegato che nel caso di questa bimba si tratta di una gravidanza ad alto rischio, per il fatto che il suo utero non è sufficientemente sviluppato. Per questo Amnesty International ha presentato alle autorità del Paraguay la richiesta di protezione della vita della bimba in evidente stato di pericolo: "Esistono diversi pareri medici a riguardo, ma crediamo che debba prevalere il criterio scientifico indipendente, che non renda la bimba vittima per la seconda volta", ha precisato l'organizzazione.

"La Magistratura deve farsi carico di questo caso con urgenza e responsabilità, considerando l'elevato pericolo che corre la vita della vittima di abuso, deve investigare sui fatti e fare giustizia per la vittima", ha aggiunto la Ong. Come ha affermato il dottor Oviedo, è un caso che indigna, che "denigra la nostra società, ma che ci ricorda che siamo tutti obbligati a partecipare più attivamente per combatterlo. Ogni cittadino deve denunciare affinché i bambini siano protetti".