È stato calcolato che, attualmente, una persona su dieci mangia vegano: una scelta alimentare che consiste nell’evitare, o meglio nel non mangiare, qualsiasi cibo proveniente dagli animali (carne e pesce) compresi prodotti e derivati: latte, latticini, uova e miele. Motivo di tale scelta, oltre alla salvaguardia di tutti gli animali che vengono inutilmente massacrati, è un miglioramento della salute e dello stile di vita.

Purtroppo, però, non sempre funziona così (soprattutto per le donne in allattamento). In continuo aumento sono, infatti, i casi di bambini di pochi mesi portati in ospedale per gravi carenze.

Nel migliore dei casi, la mancanza è di vitamina B12, elemento essenziale che si trova comunemente negli alimenti come pesce, crostacei, carne e prodotti caseari, e totalmente assente in tutti i tipi di verdure.

Cosa provoca la carenza di vitamina B12

Gli studi hanno verificato che un deficit di vitamina B12 può provocare sintomi psichiatrici e neurologici, tra cui atassia (movimenti traballanti ed instabili), problemi visivi, spasticità, debolezza muscolare, incontinenza, psicosi, pressione bassa ed altro.

La Federazione Italiana Medici Pediatri ha, infatti, lanciato un allarme a tutte le famiglie che, adottando quest’alimentazione, negano ai propri figli alimenti essenziali per una corretta crescita a livello fisico e mentale.

Numerosi, spiegano i pediatri, i casi di bambini con ritardi psicomotori, atrofie diffuse nel cervello, anemie.

La possibile causa

La causa di tutto ciò, del tutto inaspettata, è proprio l'assenza, nel latte materno delle donne che seguono la dieta vegana, di nutrienti necessari per una sana crescita. “Nessuno si era accorto di quanto fossero gravi le condizioni del bambino” affermarono nel 2005 Daniela Codazzi e Martin Langer (oggi all’istituto d Tumori di Milano).

“Il paziente di dieci mesi presentava respiro affaticato e movimenti involontari.” Fu forse uno dei primi casi e nonostante la riabilitazione ed una Corretta alimentazione, tre anni più tardi il bambino presentava ancora segni di ritardo psicomotorio. “Una volta all’anno abbiamo un caso grave” afferma Susanna Esposito, direttrice della pediatria al Policlinico e professoressa all'università di Milano.

"A volte dobbiamo fare anche la segnalazione in procura ". Ebbene sì, molti di questi casi finiscono in Tribunale, soprattutto quando i genitori si rifiutano di cambiare le abitudini alimentari dei figli. Si è verificato addirittura un caso in cui una coppia di genitori, entrambi vegani, è stata indagata per maltrattamenti: il bimbo neonato aveva difficoltà a stare seduto, causa di ciò ancora una volta la particolare dieta. “Anche se i genitori sono in buona fede”, racconta il direttore di pediatria dell’ospedale fiorentino, Massimo Resti, “i Tribunali sono stati costretti ad assegnare assistenti sociali che controllassero i pasti.” “Se non la carne”, afferma ancora Susanna Esposito, “cerchiamo di convincere i genitori a far consumare almeno uova e latte”.

Questa potrebbe essere una possibile soluzione.

Attenzione anche alle "allergie inesistenti"

I pediatri allertano anche riguardo le cosiddette allergie “inesistenti”, altra causa di alimentazioni carenti molto diffusa. Basandosi sul risultato di test sbagliati, i bambini vengono privati di essenziali alimenti perché ritenuti intolleranti. Anche in questo caso, come afferma l’allergologa Maria Angela Tosca, responsabile dell’Allergologia di Gaslini, le conseguenze sono molto gravi, addirittura un bambino presentava un deficit di vitamine talmente acuto da danneggiare il nervo ottico.