La Nuova Zelanda continua a mostrarsi un Paese leader in fatto di modernità e di lotta alla disparità di genere. Jacinda Ardern, giovane prima ministra, e il suo esecutivo, all’insegna della diversità e del progresso, hanno dichiarato che da giugno 2021 saranno offerti gratis assorbenti e tamponi alle studentesse delle superiori. Il conto, di circa 25 milioni di dollari neozelandesi da qui al 2024, sarà pagato dallo Stato, nello sforzo di frenare la povertà e il divario sociale che sta creando. I prodotti sanitari sono infatti considerati una necessità e non un lusso.
L’impegno del governo neozelandese di eliminare la “period poverty” sembra essere dunque sempre più concreto e più vicino alla completa realizzazione.
'Period poverty': cos’è e perché bisogna combatterla
La manovra è necessaria per combattere le disparità sociale e, in particolare, la “period poverty”, ossia la “povertà mestruale”, grande piaga della sanità pubblica, troppo spesso ignorata. La “period poverty” è una realtà sempre più diffusa tra le donne a basso reddito. Non potendosi permettere prodotti sanitari e di igiene mestruali, assorbenti, tamponi interni, sono costrette a utilizzare stracci, asciugamani di carta o il cartone per contrastare il sanguinamento mestruale. Altre donne sono spesso costrette a razionare i prodotti mestruali e reiterarne l’uso.
La povertà mestruale impedisce alle donne a basso reddito di vivere il ciclo con dignità e, sempre più frequentemente, le persone si trovano costrette a scegliere tra l’acquisto di assorbenti e quello di altri beni prima necessità. Ciò amplifica non solo il divario socioeconomico all’interno della nostra società, ma anche la disparità di genere.
Sono in aumento le donne impossibilitate ad andare al lavoro e ai colloqui, e a frequentare la scuola.
La reazione della Nuova Zelanda alla 'povertà mestruale'
Una stima ha calcolato che nel mondo una ragazza su cinque non va a scuola per la mancata fruizione di assorbenti. Solo in Nuova Zelanda un’alunna su 12 salta la scuola per la “period poverty”.
Da un sondaggio di Youth19 è emerso che circa il 12% delle studentesse che hanno il ciclo, in età compresa tra i 9 e i 13 anni, non possono permettersi i prodotti indispensabili per le mestruazioni. “Sappiamo che quasi 95 mila ragazze tra i 9 e i 18 anni rischiano di dover rimanere a casa durante il ciclo, perché non possono permettersi gli assorbenti.” ha dichiarato la ministra neozelandese Julie Anne Genter.
“I giovani non dovrebbero rinunciare all'istruzione a causa di qualcosa che è parte della vita di metà della popolazione", ha affermato la premier Jacinda Ardern e, rendendo i prodotti per l’igiene mestruale “disponibili gratuitamente, aiutiamo queste ragazze a continuare a studiare”
Il contrasto alla 'period poverty' nel mondo
Questo tema sta diventando urgente in molte altre zone del mondo.
Tanti sono gli Stati, che iniziano ad adottare politiche per combattere la "period poverty", grazie anche al lavoro di molto attiviste che hanno portato all’attenzione di tutti questo grave problema sanitario.
Lo scorso novembre la Scozia è diventata il primo Paese al mondo a rendere accessibili gratuitamente i prodotti per il ciclo, dopo quattro anni di lotte e campagne.
Dall’inizio del 2021 il Regno Unito ha abolito la “tampon tax”, ovvero l’applicazione dell’Iva su assorbenti, tamponi e coppette mestruali. Intanto in Italia, invece, l’Iva imposta su i prodotti mestruali è stata abbassata dal 22% al % 5, ma riguarda solo i prodotti biodegradabili carissimi e praticamente introvabili.