Chi ha mai detto che cultura, mercato e ricavi non possano andare d'accordo? Sembra questa la strada che l'UE vorrebbe percorrere a proposito dei contenuti digitali, i quali sembrano trovare uno sbocco, anche se non in tempi troppo brevi, però, per soluzione europea per il diritto d'autore.

La soluzione possibile, per sciogliere questo "nodo nevralgico" del settore socio culturale, però, non deve essere forzatamente proposta tramite una legislazione complessa: meglio se "pragmatica" purché altrettanto efficace. Tanto più che, in effetti, nei casi del "diritto d'autore", l'opera ha una sua vita particolare che si valorizza tanto più sulla base della diffusione, ovviamente senza ledere in alcun modo il titolare del diritto stesso.

Questo, di massima, è l'approccio adottato dalla Commissione Ue, che ha già attivato una serie di consultazioni sotto il nome di "Licensing for Europe"Licenze per l'Europa – con le parti chiave del settore.

L'obiettivo, ha chiarito il commissario Ue all'agenda digitale Neelie Kroes la quale pone la revisione del funzionamento del copyright quale tra le prime necessità da "sciogliere" per arrivare ad un mercato unico delle telecomunicazioni, dimostrando che "tecnologia e copyright possono andare di pari passo".

"Non sono orientata a misure legislative dalla mano pesante – ha chiarito Neelie Kroes – che non sono sempre necessarie; a volte, soluzioni pragmatiche e facili da attuare sono ugualmente valide".

E porta un esempio, come "nuovi approcci" per la concessione delle licenze per i contenuti protetti dal diritto d'autore: ad entrare in gioco potrà essere ancora la tecnologia sposata ai dati reali forniti dai diversi settori della comunicazione.

Un approccio condiviso anche dai colleghi al mercato interno, Michel Barnier, ed alla cultura, Androulla Vassiliou: "l'iniziativa lanciata da Bruxelles - ha sottolineato il primo - "non sarà un semplice forum di discussione", ma "il luogo dove gli attori del mercato ed i consumatori si riuniscono per trovare insieme soluzioni concrete e rapide a problemi che si pongono ora e qui".

Il settore culturale, ha ricordato Vassiliou, è pari al 4,5% del Pil Ue con 8 milioni di occupati: il valore del mercato musicale europeo è pari a un quinto di quello globale, mentre l'editoria nel 2011 ha avuto ricavi netti per 23 miliardi di euro.

Mica male come dati per la cultura: secondo qualche politico delle nostre parti, con la cultura non si mangerebbe.

Inutile affermare che il punto sta nel sapere valorizzare il "capitale" a disposizione, aiutandone lo sbocco e la diffusione fuori dalle proprie mura: ma, valutati i candidati per le prossime elezioni italiane, almeno da noi c'è ancora molta strada da fare.