Lunedì si riunisce il Comitato interministeriale per la programmazione economica che potrebbe sbloccare definitivamente l'iter progettuale dell'autostrada biellese. La riunione è decisiva. All'ordine del giorno del Cipe c'è il regolamento che defiscalizza le opere infrastrutturali realizzate in project financing: una dozzina in tutta Italia, compreso il nastro d'asfalto da 40 chilometri e 825 milioni di euro fra i caselli di Santhià sulla A4 e di Ghemme sulla A26 che taglierà in due il Biellese.

Confermato l'impegno del governo per 80 milioni e le quote della Regione Piemonte (il 20%), ora tocca alle imprese legate a Satap, titolare dell'appalto, impegnarsi: la Pedemontana biellese sarà finanziata da un investimento pubblico-privato.

Da parte sua, il governo aiuta il costruttore alleggerendolo dall'Iva per i 45 anni di concessione. Le imprese stanno studiando il dossier per capire se il gioco vale la candela e se ci sarà da guadagnare, sommando lo sgravio fiscale da 185 milioni di euro alla cifra che i finanziatori devono spendere per aprire i cantieri.

Di Pedemontana biellese si parla da oltre vent'anni. Di recente sembrava che l'orizzonte si fosse schiarito grazie all'intervento sul credito d'imposta deciso dal governo Monti e riservato alle opere che costano oltre 500 milioni.

L'autostrada biellese è tornata nella nebbia dopo che il Cipe ha stralciato dall'ordine del giorno della riunione del 31 gennaio scorso la firma del regolamento, limitandosi a fissare le linee guida per la defiscalizzazione.

Ora l'iter potrebbe rimettersi in moto e la posa della prima pietra rientrare nel crono-programma previsto dai biellesi, con l'apertura dei cantieri entro la fine del prossimo anno.