Nell'ambito del cd. "Decreto del fare" varato sabato scorso dal Consiglio dei Ministri (un corposo pacchetto di misure per rilanciare l'economia), un posto di particolare interesse riveste la parziale revisione dei poteri di Equitalia, il concessionario della riscossione che a volte, a causa dei suoi metodi di riscossione forse troppo "irruenti", ha ricevuto delle critiche feroci da parte degli imprenditori e dei cittadini. Lo scopo è quello di rendere più flessibile il rapporto fra il contribuente ed Equitalia; vediamo, per grosse linee, quali novità ci attendono.
Le novità previste
Non sarà più possibile l'esproprio dell'immobile, purchè non di lusso (escluse quindi le categorie A/1-A/8-A/9) nel caso in cui sia adibito ad uso abitativo del debitore che vi risiede anagraficamente e che rappresenti l'unica proprietà immobiliare (si può iscrivere l'ipoteca ma non può essere esercitata). Per tutti gli immobili, sale da 20 mila a 120 mila l'importo di debito al di sopra del quale è possibile procedere all'esproprio.
Una novità riguarda la possibilità di rateazione per coloro che sono in difficoltà finanziaria; i contribuenti potranno estendere la possibilità di rateazione dalle attuali 72 rate fino a 120 rate. In più, attualmente il beneficio decade nel caso di mancato pagamento di due rate consecutive; da ora in poi si potrà continuare a pagare a rate purchè non siano saltate almeno 8 pagamenti mensili anche non consecutivi.
Un altro aspetto importante riguarda il pignoramento dei beni d'impresa che da ora in poi potranno essere pignorati nel limite del quinto del totale debito, in modo che l'imprenditore possa continuare l'attività e non si veda costretto a chiudere per fermo amministrativo e vendita dei beni strumentali. L'eventuale vendita all'asta dell'immobile potrà avvenire non prima di 300 giorni, in modo che eventualmente il debitore possa tentare di porre rimedio alla propria situazione debitoria.