Presa visione della bozza sul decreto legislativo da partedell’Ansa in materia di tassazione sui beni di consumo: stop all’aumentodell’Iva dal 21 al 22%, almeno fino anuovo anno. Ma se il Governo “lascia correre” questa tassa, non ci verrannorisparmiati gli aumenti su Ires e Irap, e saliranno anche le accise sulla benzina. Senza contare che diversi comuni hanno giàstabilito rincarianche sull’Irpef.

La nota riporta che entro la fine dell’anno verranno “ridefinitele misure delle aliquote ridotte” dell'Iva“nonché gli elenchi da assoggettare alle medesime”.

L’acconto chiesto sull’Ires salirà al 103% ad ottobre e anche l’Irap sarà rivista al rialzoper il 2013. Le accise sui carburanti aumenteranno di 2 centesimi allitro fino alla fine dell’anno e poisaranno ritoccate di 2,5 centesimi fino al febbraio 2015.

A far parlare è soprattutto l’aumento su benzina, gasolioe Gpl che, pur trattandosi di centesimi,inciderà pesantemente sulle famiglie, forse più di ciò che sarebbe stato se adaumentare fosse stata l’Iva stessa.

Da una verifica Istat, infatti, a pagare di più sarannoquel 20% di famiglie più disagiaterispetto al 20% delle famiglie più ricche. Lo stesso è accaduto con i ritocchifiscali del 2011, dove l’aumento di benzina ha pesato di più sui più poveri,mentre a pagare più di tutti in assoluto, sono state le famiglie con redditomedio.

Insomma: è sempre lo stesso cane che si morde la coda!Invece di cambiare il sistema, si finisce sempre nello stesso errore, che rendetutti più poveri e ritarda la vera ripresa economica.