Da un lato iprimi segnali positivi dell’industriaitaliana e, dall’altro, 3,3 milionidi persone che sarebbero disponibili a lavorare ma non cercano impiego. È questo lo spaccato della situazione attualenel nostro Paese.

Il fatturato del settore industriale èaumentato dello 0,4% nel novembre 2013 (rispetto all'anno precedente), unacrescita dovuta soprattutto all’export. È un dato positivo che arriva dopo 22cali consecutivi dal dicembre 2011. Anche gliordini confermano un trend di crescita, con aumenti del 3% a ottobre e del2,3% a novembre, grazie soprattutto al mercato interno nazionale.

Un’analisi Istatmostra che i settori a essere toccati dall’aumento delle commesse sono lafabbricazione di mezzi di trasporto(+15,5%), il tessile e l’abbigliamento(+3,9%). Mentre sono in contrazione i settori come la fabbricazione di prodotti chimici (-8,4%) e l'industria di legno, carta e stampa(-1,8%).

Nonostantein chiusura d’anno i dati siano incoraggianti, il bilancio industriale 2013sarà ancora negativo. Ci si aspetta un calo di fatturato intorno al 4% ealtrettanto per gli ordini, con valori intorno all’1,6% (dati stimati per iprimi undici mesi del 2013).

Per iltrimestre luglio-settembre resta invece, negativa la situazione occupazionale.Infatti, gravono i 3,3 milioni di persone che, in Italia, non cercano neppure un impiego (sono il 13,1% della forza lavoro).

Una recente pubblicazione Eurostatosserva che questo valore è nettamente più basso in Europa, nonostante ilfenomeno sia comunque in crescita (+0,9% in Italia, contro lo 0,4% in Europa).In Germania la forza lavoro che non cerca un’occupazione raggiunge appenal’1,3%, in UK arriva al 2,5% e in Spagna il 5,1%.

Ciò sitraduce in un bacino di 6,15 milionid’italiani sfiduciati e scoraggiati,che motivano l’inezia della ricerca con la convinzione di non poter trovare unlavoro.

Il tasso didisoccupazione in Italia per il terzo trimestre 2013 resta alto (11,3%, pari a2,84 milioni di persone), in crescita dell’1,5% rispetto allo stesso periodo2012.