L'euforia del calo dello spread è durata pochi giorni. Infatti da ieri ha registrato una sferzata verso l'alto e ora si aggira attorno ai 220 punti rispetto ai Bund tedeschi. In compenso, abbiamo superato i Bonos spagnoli sui Btp. Si dice che lo spread stia salendo per colpa dell'Irap che in Spagna non esiste, ma i più informati sostengono che l'Italia non abbia fatto le riforme giuste.
La Spagna invece, si è rimboccata le maniche e ha fatto riforme come quella del lavoro, il taglio della spesa della pubblica amministrazione e interventi strutturali, e ora si vede premiata dai mercati, mentre l'Italia con il governo delle larghe intese, deve constatare il crescere del costo del denaro.
Quì non si tratta di instabilità politica, ma le colpe sono da attribuire ai governi Monti e Letta che non sono stati capaci di andare a fondo sui tagli della spesa pubblica, ma di aver fatto solo tagli marginali. E ora, la spesa pubblica costa di più ai contribuenti di quanto costava prima della crisi, avendo perso otto punti di Pil dal 2008.
Vi sono altre cause che concorrono alla crescita dello spread come le entrate tributarie che non vanno troppo bene come hanno sentenziato i dati del mese di luglio scorso, nonostante siano aumentate le entrate delle imposte dirette di un 4,7%, per contro l'Iva nonostante sia aumentata, ha subito un calo del 5%. Ma la causa maggiore a mio avviso è il momento poco felice in cui versa la nostra economia, per cui, gli investitori, soprattutto quelli stranieri non comprano i nostri titoli.