L'interminabile crisi che sta collassando lentamente tutti i settori e strati sociali, non può non includere la piccola e media impresa che, soprattutto in alcuni comparti, sta veramente vivendo giorni drammatici al limite della sua stessa esistenza.

Il fenomeno che sta determinando questa grave situazione non può essere preso singolarmente, ma come conseguenza di fenomeni congiunturali legati principalmente all'aspetto finanziario delle aziende, che mai prima d'ora stanno vivendo una forte mancanza di liquidità, rallentando di fatto tutto l'indotto.

L'inizio della crisi si può far risalire al 2008 dopo il fallimento di Lehman Brothers, banca di affari statunitense. Definito il più grande crac della storia, il suo fallimento ha messo in luce gli oscuri meccanismi legati al sistema bancario che, di conseguenza, ha perso notevole credibilità.

Da allora, l'intero sistema bancario ha iniziato un interminabile monitoraggio delle proprie attività, così come una differenziazione circa gli investimenti. Purtroppo questo ha penalizzato fortemente l'accesso al credito delle PMI.

È chiaro che la scarsa liquidità favorisce un costante abbassamento degli investimenti e la mancanza degli investimenti determina consequenzialmente una diminuzione dell'attività produttiva. La concorrenza diviene quindi decisamente più spietata, corrodendo di fatto i profitti, in quanto le imprese hanno comunque la necessità di abbattere i costi fissi, e pertanto necessità di lavorare. Un lento meccanismo che ha portato, porta e porterà ad un progressivo impoverimento delle imprese, essendo ulteriormente penalizzate da una pressione fiscale senza precedenti.

Le PMI italiane, per loro natura, hanno sempre usufruito in maniera massiccia delle linee di credito bancarie per sconti e anticipazioni di fatture. La stretta degli ultimi anni, insieme con i diversi fattori accennati, hanno portato le imprese a diventare poco solvibili e a generare un circolo vizioso che compromette tutto l'indotto. Le imprese che hanno potuto vivere gli anni d'oro del boom economico riescono ancora oggi a sopportare tale situazione, mentre le altre muoiono. Basta vedere il numero esponenziale di aziende che falliscono quotidianamente, e con queste se ne vanno migliaia e migliaia di posti di lavoro. Il che significa meno lavoro, meno redditi, meno consumi. Una spirale che sta massacrando l'intero sistema economico e sociale.