E' stata ultimata l'occupazione di tutte le postazioni militari ubicate nella penisola di Crimea. Le forze armate russe si stanno diligentemente posizionando in prossimità dei confini ucraini. La tensione si taglia con un rasoio affilatissimo e arrugginito.

Prossimo probabile obiettivo del presidente Putin: annettere alla Russia la regione moldava del Trans-Dniester: anche in quest'area geografica sembrerebbe che la maggioranza della popolazione sia separatista e filo-russa.

Intanto gli USA stanno valutando se fornire assistenza militare in Ucraina, ma il vice-consigliere per la Sicurezza Nazionale ha riferito che gli Stati Uniti probabilmente non potrebbero impedire l'eventuale invasione delle truppe russe del territorio ucraino, se dovessero essere realmente queste le intenzioni di Putin.

La Tymoscenko dal canto suo ha digrignato i denti, facendosi scappare una battuta infelice che attesta le intenzioni bellicose dell'ex premier ucraino, forte dell'appoggio della NATO e delle sanzioni politiche ed economiche paventate dagli occidentali verso la Russia, e che pure sono in procinto di attuazione.

Già la settimana scorsa Visa e MasterCard si sono fermate, ufficialmente per manutenzione, bloccando i rispettivi sistemi di pagamento sul territorio russo. La situazione ora sembra si stia ristabilendo, ma più di cento milioni di dollari in soli due giorni sono stati già ritirati dai clienti russi agli sportelli.

Ma Putin non perde tempo. Nel giro di alcuni mesi, probabilmente un paio, potrebbe essere finalmente operativo in Russia il progetto pilota PRO100, nato nel 2010 e che garantirebbe nell'imminente futuro l'attuazione di un sistema nazionale di pagamento alternativo a quello degli altri operatori internazionali, di cui ancora oggi i russi sono costretti a servirsi.

Non solo. L'asse Russia-Cina si va consolidando ogni giorno che passa, a dispetto dell'esclusione dal G8, messa in atto dagli USA, per ritorsione verso le politiche "aggressive" (secondo l'amministrazione Obama) di annessione della Crimea.

E si concretizza anche con l'accordo strategico sulle forniture di gas dalla Siberia alla Cina, per un flusso di circa 80 miliardi di mc di gas all'anno, anche se i dettagli finanziari resterebbero da concordare e dovrebbero essere ancora oggetto di contrattazione.

Emergerebbe ufficialmente un fatto nuovo: la Russia riconoscerebbe allo Yuan Renminbi cinese lo status di terza valuta mondiale, dopo il dollaro americano e l'euro. Dal canto suo il Paese del Dragone voterà sicuramente contro le sanzioni minacciate da Unione Europea e Stati Uniti nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU.

Infine una nota sulle intenzioni dei BRICS: i ministri degli esteri di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica hanno contestato l'esclusione "arbitraria" dell'ex colosso sovietico dal consesso del G8, affermando che il "linguaggio ostile" e le sanzioni economico-politiche verso la Russia non sono giustificate né accettabili, e non contribuiscono ad una soluzione pacifica ed equilibrata, nell'ambito del diritto internazionale e secondo i principi dell'ONU.