In Italia, nonostante la crisi economica abbia colpito il settore della ristorazione, si stanno avviando nuovi esercizi che hanno un'investitura diversa dalla tradizionale trattoria familiare o dal classico "take away". Questi nuovi esercizi di ristorazione, ma anche quelli già esistenti predisposti ad aggiornarsi, somigliano a delle vere società di capitali, che investono le proprie risorse economiche.

Solo l'anno scorso, secondo i dati pubblicati da Movimprese della Federazione italiana dei pubblici esercizi, sono stati chiusi circa 3.600 esercizi di ristorazione su 164.550 tra quelli esistenti.

Dal punto di vista gestionale, divenendo come una società di capitale, si può riscontrare un maggiore ordine nella gestione dell'esercizio, in più si possono avere garanzie dalle banche e dagli investitori finanziari pronti a intervenire e farne parte del capitale.

All'estero questa pratica è già diffusa con alcuni esercizi di ristorazione, quotati anche in borsa. In Italia, siamo appena all'inizio e il percorso da intraprendere è abbastanza lungo. Difatti, assumere una forma societaria non basta, è importante avere una credibilità da business plan e soprattutto la capacità dell'imprenditore. Tra i primi imprenditori italiani che stanno iniziando ad entrare in borsa entro il 2016/17, vediamo Oscar Farinetti con la sua catena del mangiare italiano, con "Eataly" e "Blue note", quest'ultimo, locale di musica jazz e ristorante di Milano, secondo l'avvocato Paolo Colocci, che sta a capo della cordata dei soci del Blue Note, tenterà di quotarsi già dai mesi di maggio e giugno, per potere raccogliere altre risorse e aprire nuovi ristoranti come quello previsto a Roma.

Ci sono poi alcuni locali, come quelli alla moda di Milano il Lattughino e il God save the food, che non tenteranno subito di quotarsi in borsa, come afferma Marco Dello Siesto, presidente della ZCapital Srl, società di venture capital, che detiene una quota pari al il 70% del ristorante Lattughino, ma di ambire ad un'organizzazione capace di portare alla crescita economica, per poi arrivare alla quotazione finale in borsa. Quindi, facendo come negli Stati Uniti e in Inghilterra che ambiscono ad una ristorazione organizzata come se fossero delle vere e proprie aziende del gusto.