Nuovo debito record nel mese di maggio dell'anno in corso ed aumenta di 20 miliardi rispetto al mese precedente, toccando quota 2.166,3 miliardi. Il debito dall'inizio dell'anno è aumentato di circa 96 miliardi di euro con una cresita del 4,7%.

L'aumento percentuale dall'inizio dell'anno non è in linea con la crescita dell'economia, che sarà sempre di minore entità rispetto al debito; 5,5 miliardi di euro pare siano il debito accumulato dalla Pubblica Amministrazione, 14,9 miliardi sono per il fabbisogno legato alle disponibilità liquide del Tesoro, (a fine maggio era pari a 92,3 miliardi di euro mentre l'anno precedente era di soli, si fa per dire 62,4 miliardi di euro).

Alcuni fattori hanno fatto si che il debito sia rimasto contenuto in certi margini, subendo un incremento di circa 0,4 miliardi di euro; i fattori sono l'emissione di titoli sopra la pari, l'apprezzamento dell'euro e la rivalutazione del valore dei BTP indicizzati all'inflazione (BTPi). Circa la ripartizione dei sottosettori emerge che a pesare sull'andamento è l'aumento dei conti delle amministrazioni centrali che hanno fatto segnare una crescita del debito di ben 20,9 miliardi di euro, a fronte di un calo di circa 0,9 miliardi.

Dai dettagli emersi da una lettura approfondita dei dati forniti, si evidenzia come sia calato il debito delle regioni e delle provincie autonome, che meglio hanno saputo gestire le risorse a disposizione e hanno saputo effettuare i tagli nella maniera più oculata, scendendo da 37,9 a 36,6 miliardi di euro, mentre il debito delle provincie è rimasto invariato con 8,4 miliardi di passivo.

Cresce invece quello relativo dei comuni che passa dai 47,6 miliardi di euro agli attuali 48,0 miliardi, infine invariato il debito per ciò che concerne gli enti di previdenza.

Esaminando i dati di Bankitalia, nei primi cinque mesi dell'anno, le entrate tributarie sono cresciute del 1,6%, per un gettito di circa 2,2 miliardi di euro, che al 31 maggio dell'anno in corso è cresciuto fino a 2,9 miliardi di euro.