Entro una cinquantina d'anni dovremo dire addio al petrolio. L'annuncio sarebbe perfetto per un film di fantascienza, eppure il palcoscenico nel quale è stato diffuso ne avvalora la veridicità. Certo è che una simile affermazione sarebbe stata considerata come follia solo un decennio fa, quando il problema del costo dei carburanti faceva parte dei libri di storia e della crisi petrolifera avvenuta negli anni '70 dello scorso secolo.

Resta comunque da sottolineare come non capiti tutti i giorni che una multinazionale del settore (in questo caso la British Petroleum) si esponga in un simile modo, anche se probabilmente in pochi si attendevano una tale risonanza mediatica dell'annuncio.

La profezia sulla fine del petrolio contenuto in un importante documento di settore

Il grande pubblico è venuto a conoscenza di questa previsione tramite la pubblicazione su di un importante documento del settore, ovvero la sessantatreesima edizione della Statistical review of world energy. Al suo interno è possibile leggere che le riserve di petrolio e dei suoi prodotti raffinati potranno offrire autonomia per circa cinque decenni, dopo i quali non saranno più sufficienti per il fabbisogno di consumo mondiale. Ovviamente la speranza è che nel frattempo altre forme di energie alternative a quelle petrolifere possano sostituire un elemento così necessario e importante per l'economia mondiale.

I numeri della fine del petrolio presenti nel documento della BP

Venendo ai dati nudi e crudi, il documento della BP fornisce diversi dati sull'attuale situazione del mercato petrolifero e sulla sua possibile evoluzione. Per prima cosa, le riserve rimaste sarebbero stimabili in 1687.9 miliardi di barili; le stime affermano che un tale quantitativo di greggio potrà esaurirsi precisamente entro 53.3 anni, da qui l'anno 2067.

Questo tenendo conto di volumi di consumo in crescita, dato che gli effetti recessivi della crisi economica sono equilibrati dalla voracità di consumo dei Paesi emergenti.

Ovviamente, se il petrolio diverrà sempre più scarso si avrà un effetto negativo sui prezzi dei suoi prodotti raffinati, che continueranno a crescere.

Importante sottolineare come negli ultimi anni la media del prezzo del petrolio al barile non sia mai scesa sotto i 100 $. Ai consumatori non resta che sperare nella scoperta di nuove forme di energia o nell'ottimizzazione di quelle alternative, visto che il costo puro dei carburanti non potrà far altro che aumentare anche nei prossimi anni.