Le sanzioni imposte dall'Unione Europea contro la Russia per la sua posizione sulla crisi Ucraina e le successive contromisure messe in pratica da Mosca, costeranno all'Europa 100 miliardi di euro e mettono in pericolo più di 2 milioni di posti di lavoro. Lo afferma l'influente quotidiano tedesco "Die Welt" nel numero uscito oggi 19 giugno. Die Welt ha pubblicato le sue previsioni negative, rispetto allo sviluppo dell'economia europea, determinate dal deterioramento delle relazioni tra l'Occidente e la Russia. Il giornale tedesco cita i risultati dell'Istituto Austriaco di Ricerca Economica in cui emerge che il calo delle esportazioni, a partire dall'autunno dello scorso anno, è allo stato attuale una realtà fonte di preoccupazione.

A meno che la situazione non si inverta radicalmente, si legge nel documento di ricerca, l'Europa dovrà prendere atto che lo scenario futuro sarà ancora più pessimista.

La decisione dell'UE sulle sanzioni alla Russia testimonia l'incapacità occidentale di attuare una seria e intelligente politica estera. La Russia è presente in Europa molto più degli Stati Uniti, eppure i vertici di Bruxelles sembrano voler accontentare l'alleato Obama e punire Mosca piuttosto che badare ai propri interessi, sia economici che politici. Isolare una potenza economica come la Russia, che in Europa ha bilaterali interessi che condivide con molti paesi dell'area euro, è un suicidio politico ed economico. Un problema, questo, che si aggiunge ai tantissimi altri che stanno letteralmente esplodendo in mano alla Commissione europea: il dramma dell'immigrazione; il rischio default greco e le sue imprevedibili implicazioni; il rischio referendum britannico sulla permanenza o meno in Europa; la vittoria della destra xenofoba in Danimarca; il pericolo di un rafforzamento della presenza militare USA ai confini russi e la risposta di Mosca che annuncia il riarmo nucleare, e chissà che altro verrà in futuro.

Da questi episodi, la questione Ucraina, che non è nemmeno un paese europeo, diventa l'ultimo dei problemi a cui dare peso, pur essendo un difficoltà grave a cui pensare.

Secondo le stime degli esperti dell'Istituto Austriaco, un totale di 500 mila posti di lavoro sono sotto la minaccia di licenziamento in Germania mentre la sua economia perderà 27 miliardi di euro e il suo PIL si contrarrà dell'1% nei prossimi anni.

L'Italia perderà oltre 200 mila posti di lavoro e lo 0,9% del PIL. Le perdite francesi ammonteranno a 150 mila posti di lavoro e lo 0,5% del PIL. Il giornale tedesco ha inoltre affermato la Commissione europea sta evitando di rendere pubblici questi dati per evitare ulteriori ricadute negative sull'economia europea.

La Russia, che si sta organizzando per sostenere al meglio la propria economia messa a dura prova dalla decisione dei paesi occidentali, ha introdotto un pacchetto di contromisure in rappresaglia alle sanzioni imposte da Stati Uniti, Australia, Canada, Unione europea e Norvegia.

Le contro-sanzioni russe prevedono un divieto di un anno (sempre che l'a UE non decida di prorogare le proprie sanzioni, in quel caso la Russia farà altrettanto) sui prodotti alimentari e le importazioni di prodotti agricoli provenienti dai paesi che applicano le sanzioni contro Mosca. Forse è per questo che non tutte le aziende dei paesi occidentali rispettano "alla lettera" le sanzioni, e qualche "furbetto" continua a fare affari d'oro con partner russi.