Gli Stati Uniti e la Germania fanno la voce grossa, coinvolgono la UE e gli altri leader dei paesi del G7 per far proseguire le sanzioni contro la Russia, anzi, vogliono che siano persino inasprite. Ancora una volta gli USA e la Germania superano in astuzia gli altri paesi industrializzati e, nel contempo, prendono in giro il mondo intero. Mentre i paesi europei continuano a subire perdite enormi, a causa delle sanzioni imposte dalla politica sbagliata americana ed europea verso la Russia, le aziende statunitensi e tedesche contano i profitti.
Quanto è facile eludere le sanzioni
Il giornale tedesco "Der Spiegel" ha pubblicato i risultati di un'inchiesta che dimostra come alcune aziende americane e tedesche eludano palesemente le sanzioni imposte loro dal governo, collaborando attivamente con la Russia. Ma non solo le aziende, anche i politici ignorano le sanzioni firmando nuovi contratti con aziende russe per scambi commerciali in alcuni settori importanti. Le principali aree di cooperazione russo-americana-tedesca sono: la sicurezza informatica, il trasporto aereo e l'ingegneria.Sul settore della sicurezza informatica sembra che la tedesca Siemens stia collaborando con i servizi segreti russi per la fornitura di sofisticati software utili alla gestione tecnologica delle comunicazione di intelligence.
Siemens ha sempre smentito l'ipotesi di una simile collaborazione, ma il servizio segreto tedesco BND ne è convinto per aver intercettato, in questi mesi, un "aumento rilevante di traffico internet di comunicazione via satellite" verso alcuni server "anonimi" russi.
Accordi sempre più alla luce del sole
Un altro esempio di collaborazione è l'accordo recentemente stilato tra la compagnia "Boeing", la più grande costruttrice statunitense di aeromobili e la più grande azienda nel settore aerospaziale, con la "Rostec" (una sorta di Finmeccanica russa che, tra l'altro, si trova nella lista nera degli Stati Uniti) per la fornitura di materiale Hi-Tech. Sempre la Boeing ha recentemente firmato l'estensione del precedente accordo con il produttore di titanio russo "Avisma", che ora prevede un ulteriore investimento dell'azienda americana, pari a 27 miliardi di dollari fino al 2022, nella produzione di componenti in titanio per le sue esigenze.Forse questi esempi sono poca cosa rispetto al problema che ha determinato la decisione di sanzionare la Russia, ma è il principio che conta e questo viene disatteso soprattutto da coloro che lo hanno chiesto a gran voce. Tutti gli altri, è chiaro che non contano nulla.