Iniziano a vedere la luce le oscure motivazioni del crack che ha coinvolto le quattro banche salvate in extremis dal Governo senza, a loro dire, utilizzare capitali dello Stato. Certo, probabilmente sarà avvenuto questo considerando che a rimetterci sono stati i migliaia di azionisti e di correntisti che avevano depositato il proprio futuro e la fiducia in Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti.In difesa di queste banche abbiamo visto l'accelerazione di una normativa imposta dall'Unione Europea, che sarebbe dovuta entrare in vigore solo a partire dal 1 gennaio 2016;prima di questa data Banche e Governo si sarebbero dovuti attenere, il primo al solo prelievo forzoso del capitale degli azionisti di maggioranza e il secondo all'eventuale intervento con l'aiuto dei soldi di Stato, ma tutto all'oscuro e nel silenzio più consenziente, il Governo del presidente Renzi ha provveduto, ancor prima che queste banche toccassero il fondo dichiarando fallimento, ad anticiparne il 22 novembre il salvataggio grazie alla normativa che avrebbe cancellato, solo 20 giorni dopo con l'ingresso del Bail-in, la vecchia legge che sfavoriva le banche e alcuni azionisti di maggioranza.Il salvataggio è avvenuto grazie alla Cassa Depositi e Prestiti, una società per azioni partecipata per l'80,1% dal Ministero dell'economia e delle finanze di cui il Ministro Pier Carlo Padoan è maggiore azionista.

Il timore di un prossimo default si riversa anche in tanti altri istituti di credito sparsi in Italia come ad esempio la Veneto Banca e la Banca popolare di Vicenza che malgrado i correntisti chiedano il rimborso dei propri investimenti, questi gli sono negati.

Cosa resta e cosa sarà

La Bail-in avrebbe comunque portato la perdita dei capitali dei correntisti in conseguenza al fallimento di qualsiasi futura banca, ma perché se Bankitalia sapeva da tempo del loro declino e del continuo ammontare di debiti che accumulavano, non è intervenuta dando un freno a queste speculazioni e avvisando i correntisti dei tanti casi di commisariamento? Incognita che resterà senza risposta malgrado il quesito potrà sembrare banale o per qualcuno scontato.

Ma allora cosa c'è sotto questo fango? Immense bugie perpetrate da impiegati consenzienti o obbligati dagli stessi Istituti per la quale lavorano, a propinare insani investimenti facendoli apparire come unica soluzione per una vecchiaia decorosa. Tutti sono stati ingannati e chiedono giustizia aiutati dalle associazioni dei consumatori per cercare di riprendersi in mano un futuro organizzato e mentre oggi si lotta per i diritti estorti, resta il ricordo di Luigino D'Angelo di Civitavecchia, un uomo che ha visto sfumare i guadagni di una vita e in conseguenza ha deciso di suicidarsi.

Il decreto di stabilità e nuove norme che si stanno portando al tavolo, indicano la nascita di un fondo di solidarietà arbitrato che dovrà rimborsare i risparmi dei correntisti, sempre che riescano a dimostrare la mancata informazione sui pericolosi investimenti acquistati. Quindi si prospetta una lotta tra consumatori e banchieri che dovranno dimostrare una trasparenza a noi poco chiara, dipanata solo quando salterà fuori dalle migliaia di contratti venduti, i tanti celati cavilli che gli italiani hanno incoscientemente firmato.

Questo drammatico evento non sarà solitario perchési paventa, a breve, il crollo di altre banche che resistono nell'ombra in attesa di arrivare al nuovo anno servendosi della norma legalizzata del bail-in.