È di questi giorni l'approvazione del Decreto salva banche che tanta polemica ha suscitato sia per il fatto di aver provveduto a salvare la Banca Etruria, la banca della quale è stato vicepresidente il padre di Maria Elena Boschi,ilMinistro per le Riforme Istituzionalidel Governo Renzi, sia per via del fatto che il decreto in questione ha sì salvato dal collasso gli istituti di credito ma non ha tutelato allo stesso modo i non pochi risparmiatoriche, a causa delle banche salvate, hanno visto volatilizzarsi i propri risparmi. Il Governo, per voce dello stesso Premier, ha dichiarato che era "impossibile salvare tutti" ma questo non può bastare a quanti si sono "giocati", non per esclusiva colpa loro, una grande fetta dei risparmi messi da parte in una vita di lavoro ed economie.

Quando poi ci scappa il morto

L'uscita del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha dichiarato, come accennano poc'anzi, che non è stato possibile "salvare tutti" è parsa una gaffe ancora più clamorosa all'indomani del suicidio di Luigino D'Angelo, pensionato settantottenne di Civitavecchia, in provincia di Roma, suicidatosi dopo aver perso centodiecimila euro a causa del crac della Banca Etruria. Il signor D'Angelo è solo uno dei risparmiatori vittima dei "guai" degli istituti di credito, per aver seguito, magari con un eccesso di fiducia e sfrontatezza, consigli non sempre oculati in tema di investimenti. Persone che, nel corso degli anni, hanno visto andare in fumo migliaia e migliaia di Euro senza poterne riavere indietro che le briciole.

Questo nei casi in cui agli investitori o anche solo ai semplici risparmiatoriè andata meglio.

Il Governo si è giustificato dicendo che grazie al Decreto salva banche sono stati salvati dal tracollo quattro istituti, il che ha comportato, di conseguenza, il salvataggio di non pochi posti di lavoro e di una considerevole mole di risparmi.

Il che è giusto e quantomai opportuno ma l'idea che persone che non sono certo degli "squali" del mondo finanziario vedano sparire i propri risparmi non può che lasciare perplessi. Perché, se è vero, che alcuni di questi erano "investitori amanti del rischio" per i quali la perdita di quanto investito rappresenta una delle "regole del gioco", viè anche, come si è detto, una grossa fetta di piccoli risparmiatori i quali non cercavano altro che un guadagno extra, magari anche piccolo, dai propri risparmi. Gente per la quale la perdita di quanto investito, come si è visto in questi giorni, ha portato alla disperazione e a gesti estremi.