L’ammontare del debito complessivo delle partecipate da enti territoriali ammonta a ben 83,3 miliardi di euro. Il dato è emerso da un interessante rapporto della Corte dei Conti, che ha analizzato la gestione finanziaria delle partecipate pubbliche. La partecipate, dunque, confermano di essere un problema da affrontare per le pubbliche amministrazioni.
Le partecipate spesso, insieme alla politica, additate come fonte di sprechi e privilegi
Spesso, insieme alla politica, additate dall’opinione pubblica come fonte di spreghi e privilegi. Non solo, dallo stesso rapporto della Corte dei Conti è emerso che il rapporto crediti-debiti nelle partecipate al 100% da enti territoriali pubblici è sbilanciato proprio sui controllanti pubblici, anche se è presente anche un rilevante indebitamento con terzi soggetti.
Inoltre, la Corte dei Conti ha sottolineato il sostanziale fallimento delle liberalizzazione del settore.
Le gare rivolte ad imprese da parte delle partecipate sono state solo il 0,7% del totale degli affidamenti
Secondo la stessa Corte dei Conti, infatti, le gare rivolte ad imprese sono state solo il 0,7% del totale degli affidamenti. In termini assoluti, si sta parlando di solo 150 gare rivolte ad imprese terze. Alle gare di appalto, quindi, si è preferito l’affidamento in house. Insomma, le partecipate dagli enti territoriali risultano molto indebitate e restie al processo di liberalizzazione. Un quadro non proprio confortante sul quale lavorare ancora molto.
Anche perché questi dati, come emerso anche dall’analisi della Corte dei Conti, rappresentano indubbi profili di criticità, anche e soprattutto sotto quello della concorrenzialità.
Pare del tutto evidente, infatti, che con gli affidamenti in house al 99,3% sia proprio il principio di concorrenzialità ad essere messo maggiormente in discussione. Un principio che, oltre a garantire maggiore trasparenza, potrebbe rappresentare un elemento positivo non solo per l’intero mercato, ma anche per gli utenti degli stessi servizi.