Nella puntata di questo giovedì 13 ottobre di "Piazzapulita" su La 7 è intervenuto l'imprenditore e finanziere Davide Serra, il quale è stato intervistato dal conduttore Corrado Formigli su temi economici e politici. Vediamo le sue principali dichiarazioni.
"Se al referendum vince il No i capitali stranieri non arrivano in Italia"
"Il nostro fondo gestisce 6 miliardi di euro, di cui 5 provengono da capitali internazionali: americani, giapponesi, europei. Noi prendiamo risparmio globale e lo reinvestiamo globalmente. Tutti hanno guardato negli ultimi due anni all'Italia come il paese in cui c'è stato un cambiamento. Come con il Jobs Act che ha prodotto oltre 500 mila posti di lavoro e stabilizzato molti giovani precari. Dall'estero c'è l'idea che dopo aver perso 9 punti di PIL in 7 anni adesso l'Italia si sta riprendendo ed ha cambiato segno. Dall'estero il capitale internazionale spera che possa continuare il processo di riforme, mentre dall'altra parte guarda con apprensione sulla possibilità che si possa tornare alla fase 2007-2013 in cui non era cambiato nulla e il PIL non era cresciuto. L'Italia nel PIL globale pesa il 2%. Io spesso dico agli investitori di venire qui, perché è un paese con gente sveglia, con ottime università e con imprenditori capaci.Se al referendum vince il Sì ci saranno capitali che diranno: "Bene, il processo degli ultimi tre anni continua, quindi proviamo a investire". Se invece vince il No i capitali non entrano in Italia. Questo è ancora un paese ricco: il conto corrente di un italiano è mediamente doppio di quello di un tedesco. I capitali dicono: se avete problemi politici, risolveteli. Se le aziende possono creare posti di lavoro il capitale entra, altrimenti no.Io sono andato in Russia e Cina. E' vero che non c'è democrazia, ma il lavoro dà dignità all'uomo e se puoi lavorare è perché ci sono imprese. Dal punto di vista economico in Cina non c'è dittatura, l'imprenditoria è democratica: dal punto di vista industriale lì creano. In Italia il cuneo fiscale costa il doppio rispetto ad altri paesi, il taglio di esso è il tema numero uno e il Governo Renzi è l'unico da trent'anni che sta andando in questa direzione."