In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, il ministro dell'economia Pier Carlo padoan, ha spiegato come il nervosismo osservato sui mercati finanziari, dopo la brexit e dopo le recenti elezioni che hanno visto trionfare Donald Trump nuovo presidente degli Stati Uniti d'America, sia dovuto all'incertezza. Il titolare del ministero dell'Economia e delle Finanze ha poi ricollegato il discorso anche al referendum che vedrà gli italiani al voto il prossimo 4 dicembre, affermando che l'insicurezza in questo caso riguarderebbe la prosecuzione delle riforme in programma, necessarie per il rilancio dell'economia del nostro paese.
Ministro Padoan: al referendum vincerà il Sì
Il ministro prosegue affermando che non c'è un rischio riguardante strettamente l'Italia, ma è tutto legato al processo di riforme, tra cui cita quella del titolo V della costituzione, che se approvata permetterebbe di abbattere i conflitti tra i vari livelli di governo, grazie al passaggio di competenze sulla sanità, sul turismo e sulle politiche riguardanti il lavoro dalle regioni allo stato, con benefici sulla rapidità di realizzazione degli investimenti in infrastrutture e sulla qualità dei servizi offerti. Per quanto concerne le voci circa un suo possibile ruolo in un "governo di scopo" in caso di vittoria del No, sembra non avere dubbi: "Innanzitutto vincerà il Si, e comunque è un'ipotesi del tutto fantasiosa".
Padoan: veto bilancio Ue risposta coerente se non venissero riconosciute richieste sui migranti
Il ministro Padoan, durante l'intervista, rivela anche la posizione dell'Italia circa il bilancio programmatico dell'Unione europea, sul quale c'è l'intenzione di rispettare le regole, ma vi è anche la consapevolezza che tali regole andrebbero cambiate per favorire la crescita.
Il veto al bilancio sarebbe quindi da considerare solo nel caso in cui non venissero riconosciute le richieste del nostro paese sulle risorse da destinare all'immigrazione, anche se la volontà è quella di non avere scontri con l'Europa nonostante sia vista da molti come un problema più che una soluzione. Infine il ministro dell'Economia ha chiuso l'intervista con due rapide battute sul raggiungimento degli obiettivi, non modificando la manovra, ma con la maggior crescita e sulle voci di problemi con il presidente del consiglio Matteo Renzi, che vengono smentiti: "una sciocchezza che mi fa ridere".