Tre Italiae wind sono protagoniste di una fusione destinata a rivoluzionare il mercato della telefonia mobile in Italia. Ck Hutchson è l'azionista di maggioranza di Tre, Vimpelcom controlla Wind, e insieme hanno dato il via libera a un'alleanza che fa di Wind-Tre il primo operatore mobile in Italia, davanti a Tim e vodafone. La nuova società detiene, infatti, il 33,5% del mercato, contro il 32,3% di Tim e il 27% di Vodafone, anche se per quanto riguarda le sim in abbonamento resta avanti Tim. Diverso il discorso per la telefonia fissa, dove il nuovo operatore ha 2,8 milioni di clienti.
Dimensioni comunque ragguardevoli, che secondo i vertici della nuova società consentiranno di aprire una stagione di investimenti nella infrastruttura tecnologica digitale italiana già nel 2017.
Alcuni patti siglati nell'ambito del matrimonio tra Wind e Tre Italia
La fusione, avvenuta dopo il via libera dell'Unione Europea, che con i suoi organismi monitora molti investimenti e pianifica occasioni di sviluppo, si è perfezionata dopo un conferimento di 200 milioni di euro da parte di Tre Italia. Alla guida della nuova società sale il Ceo di Wind Maximo Ibarra, che dovrà far decollare le importanti sinergie possibili tra i due gruppi. In termini di costi, la nuova società potrebbe essere in grado di risparmiare ben 700 milioni di euro annui.
Una cifra incoraggiante, considerato che i debiti complessivi di Wind ammontavano, nel secondo trimestre 2015, a circa dieci miliardi di euro.
Le sinergie attivabili e il rischio licenziamenti
La riduzione dei costi potrebbe passare attraverso una riorganizzazione delle sedi secondarie, mentre sul piano dell'infrastruttura tecnologica il nuovo operatore potrebbe necessitare della metà delle torri di telecomunicazione di cui dispone.
Molto caldo il fronte licenziamenti, prudenzialmente chiamato "riorganizzazione del personale" dal management. Il nuovo colosso riceve in dote 2.800 dipendenti da Tre e 7.000 dipendenti da Wind. Questi ultimi sono già stati oggetto di prepensionamenti e riduzione dei premi di produzione. La nascita di questo nuovo colosso potrebbe favorire anche nuovi investimenti e aumentare la redditività del settore, vista la riduzione della guerra dei prezzi.
Inoltre la fusione getta le basi per l'ingresso nel mercato di un nuovo operatore francese, Iliad, con le conseguenti nuove assunzioni in Italia. Tante dunque le opportunità attivabili fin dal 2017 dalla nuova società che magari, sfruttando una sincrasi tra i nomi dei due precedenti operatori, si potrebbe chiamare Trend.