L'aumento di capitale di Montepaschi non è andato a buon fine. Nonostante una risposta positiva dagli obbligazionisti subordinati, dai quali sarebbe stato possibile raccogliere 2,4 miliardi, mediante conversione in azioni ordinarie, l'assenza di un Anchor investor (si era parlato del fondo del Quatar) ha determinato il fallimento dell'operazione.

Constata l'impossibilità di perfezionare l'operazione di mercato, Montepaschi ha presentato un’ istanza di sostegno finanziario straordinario e temporaneo al fine di poter accedere misura della ricapitalizzazione precauzionale prevista dalla direttiva comunitaria BRRD.

Il governo, che aveva già raccolto l'autorizzazione ad un incremento di debito pubblico per 20 miliardi, ha reso noti i termini del proprio intervento in una conferenza stampa a margine dell'ultimo consiglio dei ministri.

Gli interventi per la liquidità

Le misure implementate dal governo hanno valenza generale e non riguardano solo il caso del Monte dei Paschi, che tuttavia sarà il primo soggetto a utilizzarle.

Il primo intervento riguarda le condizioni di liquidità e di fatto è anche quello per il quale è necessario agire con maggiore tempestività. Lo strumento tecnico sarà una garanzia posta dal tesoro su obbligazioni di nuova emissione a fronte del pagamento di una commissione. In questo modo i nuovi titoli presenteranno un grado di rischio assimilabile a quello dello stato italiano.

Un altro canale sarà anche la garanzia posta sui finanziamenti di emergenza che la Banca d’Italia può mettere a disposizioni per fronteggiare le crisi di liquidità (cosiddetta ELA – Emergency Liquidity Assistance).

Le misure per rafforzare il patrimonio

Al fine di intervenire sul capitale il governo potrà procedere con una ricapitalizzazione precauzionale degli istituti che abbiano fallito gli stress test della BCE (al Montepaschi è successo in luglio) e abbiano presentato un programma di rafforzamento patrimoniale e ristrutturazione (MPS ha presentato un piano industriale in questo senso).

Questo intervento pur non comportando l'avvio del meccanismo di Risoluzione (Bail-in) sarà in ogni caso possibile solo a fronte della conversione in azioni delle obbligazioni subordinate (Burden Sharing).

La tutela dei risparmiatori

Al fine di tutelare i piccoli risparmiatori ed evitare contenziosi il Governo ha dichiarato la disponibilità a convertire le obbligazioni Tier 2 (tipicamente sottoscritte da clientela retail) in azioni con un rapporto del 100% rispetto valore nominale.

Successivamente sarà anche possibile per chi ha ottenuto azioni in questo modo di convertire queste ultime in obbligazioni senior di nuova emissione trasferendo al Tesoro le azioni.