Mancano poche ore alla definizione dell'operazione di aumento di capitale di Montepaschi. Mentre il governo ha predisposto uno scudo per le banche in difficoltà e per fronteggiare eventuali tensioni di liquidità proviamo a delineare gli scenari alternativi per i risparmiatori privati. Le due parole chiave da tenere a mente sono Burden Sharing e bail-in. Il primo termine fa riferimento ad una ripartizione degli oneri di salvataggio tra lo Stato e i privati. Il secondo a un meccanismo di risoluzione interamente a carico di questi ultimi che può arrivare a coinvolgere anche le giacenze di conto corrente eccedenti i 100mila euro.
Lo scenario più estremo: il Bail-in
Il bail-in è un meccanismo di risoluzione degli istituti di credito previsto dalle regole europee sulla gestione delle crisi (BRRD: Bank Recovery and Resolution Directive). In questo scenario, dopo l'azzeramento degli azionisti e la conversione forzosa delle obbligazioni subordinate, potrebbero subire delle perdite anche gli obbligazionisti senior e i depositanti con giacenze eccedenti i 100mila euro.
Non verrebbero in alcun modo intaccati i possessori di Cassette di sicurezza, nè i detentori di fondi comuni d'investimento o di gestioni patrimoniali. Nel primo caso, la banca svolge un mero ruolo di custode e pertanto quindi detti beni non possono essere aggrediti.
I fondi hanno un patrimonio è distinto da quello d'istituto di credito, mentre per le gestioni c'è semplicemente una delega. Questa ipotesi estrema dovrebbe essere stata scongiurata dalle trattative del governo con le autorità di Bruxelles.
Burden Sharing: il caso più probabile
Nel caso in cui non sia possibile portare a termine l'aumento di mercato, Montepaschi può invocare l'articolo 59 (paragrafo 3 lettera e) richiedendo un "un sostegno finanziario pubblico straordinario".
In questo modo la partecipazione alle perdite verrebbe limitata agli azionisti e agli obbligazionisti subordinati, tenendo salvi gli obbligazionisti senior e i correntisti, il Tesoro provvederebbe a fornire nell'immediato delle garanzie per risolvere il problema della liquidità dell'istituto, potendo inseguito procedere con una ricapitalizzazione che porterebbe lo Stato a diventare azionista di maggioranza.