Sono in corso i preparativi per il nuovo bilancio pluriennale dell'Unione Europea valido per il periodo 2020-20125 e da un documento della Commissione emerge il rischio di una brutta sorpresa per l’Italia. Il nostro paese potrebbe infatti perdere svariati miliardi di Fondi Strutturali, 42 miliardi per la precisione nell’ipotesi peggiore delineata dal documento. Si tratta dei fondi destinati alle politiche di coesione, in particolare utilizzati dall'Italia per lo sviluppo del Mezzogiorno e per il finanziamento di ricerca, università, formazione e welfare.

Il nostro paese potrebbe non ricevere più tali fondi, con i conseguenti problemi di finanziamento dei settori menzionati che ne deriverebbero.

Il documento della commissione

Il documento ipotizza tre diversi scenari per il finanziamento delle istituzioni e politiche europee. In base al primo scenario il bilancio sarebbe mantenuto invariato rispetto all'attuale periodo (quello che va dal 2014 al 2020), ma al momento questa sembra un’ipotesi non percorribile in considerazione della limitatezza delle risorse disponibili. Il secondo, quello al momento più accreditato in quanto considerato un compromesso equilibrato tra le diverse esigenze, contempla un taglio del 15% dei fondi strutturali (del 26% tenendo in considerazione l’inflazione), scelta che si tradurrebbe in una perdita di 12 miliardi per l’Italia.

Il terzo, lo scenario peggiore, prevede un azzeramento dei fondi, e conseguentemente per il nostro paese il mancato accesso a tutti i 42,6 miliardi di fondi strutturali che riceveva in base al bilancio del periodo precedente.

Il bilancio dell’UE

Il bilancio del quinquiennio precedente (2014-2020) dell’Unione Europea era pari a circa 1.000 miliardi, cioè l’1,014% del Prodotto Interno Lordo dei ventotto paesi che ne facevano parte.

Come i paesi più importanti dell'Unione, l'Italia ne è un contributore netto, dando all'UE più di quanto riceve con un saldo passivo di 5,4 miliardi all’anno registrato tra il 2009 e il 2015, e nei prossimi anni il disavanzo a nostro sfavore potrebbe subire degli incrementi, dal momento che nel prossimo periodo finanziario 2020-2025, come conseguenza di Brexit, l'UE perderà il 14% del bilancio comunitario, prima proveniente da Londra, e in considerazione della necessità di finanziare nuove politiche, in particolare quelle sui migranti e sulla difesa comune.